Mercoledì 24 Aprile 2024

Genova, il pompiere: "Noi con gli sfollati che, in lacrime, portano via i ricordi"

L'ispettore di Genova Fabio Marchelli dal cantiere del ponte crollato: "La gente si commuove, è normale. Cinquanta scatole per appartamento e un deposito per raccogliere i beni"

Fabio Marchelli, ispettore dei vigili del fuoco di Genova

Fabio Marchelli, ispettore dei vigili del fuoco di Genova

Genova, 18 ottobre 2018 - Fabio Marchelli, ispettore dei vigili del fuoco. Di scorta agli sfollati di Genova che in due ore devono riprendersi la vita lasciata nelle case sotto al ponte Morandi crollato. “Questo è un primo accesso ma ci sarà sicuramente una replica, forse due”. Parla al telefono, in sottofondo s'intrecciano i rumori, siamo sul fronte di un cantiere complesso. Tecnica e umanità. Ordini concitati alla radio, i primi furgoni partono carichi di oggetti e ricordi. Nelle foto si vede una scala infinita con piattaforma, appoggiata all’ultimo piano di una casa per portare via i carichi.

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Fare in fretta a raccogliere quel che si può, sotto il mostro che scricchiola e dà segnali. Voi siete abituati a lavorare in condizioni di pericolo. “Il rischio zero non esiste, diciamo che bisogna arrivare al minimo accettabile. Lavoro da più di trent’anni, mi è capitato di fare recupero di beni in condizioni ben peggiori. Penso ai terremoti. Nocera Umbra, L’Aquila, Amatrice... Entri nelle case ma da un momento all’altro può arrivare una scossa a buttare giù tutto”.

Qui avete un sistema di allerta, i sensori. “Con due furgoni attrezzati, tecnologici, si chiamano posti di comando avanzati. Uno a sud, l’altro a nord della zona rossa. Ricevono i segnali e li trasmettono alle squadre, via radio”.

La vostra presenza è anche un aiuto umanamente, è stato così da subito. “Due di noi entrano con altrettanti sfollati negli appartamenti e danno una mano per raccogliere le cose. Il clima è di grande tranquillità e collaborazione. Poi la Protezione civile del Comune ha organizzato un aiuto psicologico”.

Commozione fino alle lacrime. “E come potrebbe essere diversamente? Ho visto una persona piangere, era la prima volta che entrava in casa dopo il crollo”.

Due ore per scegliere i pezzi più importanti della tua vita e portarli via. “Cinquanta scatoloni per appartamento. Lo spazio per abiti, effetti personali, oggetti, ricordi, fotografie, libri”.

Non certo mobili. “Per quelli non siamo attrezzati. Poi chi vuole potrà portare le sue cose in un capannone, su ogni scatola ci saranno il nome e il civico”.

Quando dicono che siete eroici. “No, questo non è eroismo. Facciamo il nostro lavoro. La nostra missione è sempre la stessa: siamo al servizio dei cittadini”.

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