Ponte Genova, il vigile: "L'auto sotto le macerie, mi si è gelato il sangue"

Mirko racconta la tragedia del viadotto Morandi: "Coi cani localizzai i corpi"

Mirko Gianuzzi, vigile del fuoco cinofilo

Mirko Gianuzzi, vigile del fuoco cinofilo

Savona, 21 gennaio 2019 - Lei e il suo border collie. Cercatori di scampati. O di vittime. Anche tra le macerie del ponte di Genova. "Quel giorno abbiamo bonificato delle zone, per capire se ci fosse ancora qualcuno vivo tra le macerie. Noi cerchiamo, poi lasciamo l’estrazione ai colleghi. Abbiamo trovato uomini, donne, bambini. È stato un lavoro di squadra". Mirko Gianuzzi, vigile del fuoco a Savona, 36 anni, è cinofilo da 12. Una cosa sola con il suo cane Kappa. "Quest’anno, poco prima del ponte Morandi, è andata in pensione Canada. Insieme abbiamo girato tanto, era stata con me anche nei giorni di Amatrice". Compagna di Camilla, morta poi in missione, nella cittadina distrutta dal terremoto c’è un monumento che la ricorda. Come lavora un cane soccorritore nello scenario di un disastro? "L’area viene divisa, ogni animale deve lavorare nel suo settore. Il cane cerca gli effluvi tra le macerie, per poi risalire alla persona, identificando la zona più vicina possibile". Quando trova una traccia. "Si pianta dove sente l’odore e abbaia. Da lì non si deve muovere finché non arriva il conduttore. Si ripete l’operazione con un secondo cane. Poi si chiama la squadra di penetrazione. L’animale viene messo a riposo e partono le operazioni di scavo". Scenario apocalittico a Genova. "Abbiamo identificato un’auto sotto le macerie, la vettura era sepolta dai massi". Il suo collega Capello stava passando sul ponte: miracolato. "Quando siamo arrivati noi, Davide era già stato portato via. Ha fatto un bel volo". Cinquanta metri. "Ci si è gelato il sangue, a vedere la sua macchina. Un colpo. Abbiamo continuato a parlarne, per avere la certezza che stesse bene. Sembrava quasi un prenderci in giro. Ma sei sicuro che è sceso camminando? Ma chi, proprio Davide? Eravamo increduli. Veramente anche adesso, quando lo vediamo". Prima del ponte Morandi. "Con Canada abbiamo girato parecchio. L’Aquila, Amatrice, Norcia, Rigopiano, la torre piloti a Genova...". Ogni volta rischiando di non tornare a casa. Lo stipendio? "Quasi 1.400 euro". Quasi. Non proprio da favola. E salva vite umane. "Eh, considerato che ci devo far mangiare le figlie...". Tanti attestati di stima ma in pratica... "A me piacerebbe essere pagato il giusto per quel che so fare". Morte, dolore. "Dimenticare è dura. Ti tieni le cose lì, ogni tanto ci pensi, chiacchieri con i colleghi. Come mestiere siamo un po’ allergici a parlare con gli psicologi". Quando torna a casa? "Abbraccio le mie bambine".