Sabato 20 Aprile 2024

Ponte Morandi, i guadagni segreti di Autostrade. Di Maio: faccio causa agli ex ministri

Rendimenti garantiti ai concessionari anche oltre il 10% Toninelli: "Autostrade paghi, noi ricostruiamo". Renzo Piano dona progetto

Tecnici al lavoro per verificare la stabilità del troncone est del ponte Morandi (Ansa)

Tecnici al lavoro per verificare la stabilità del troncone est del ponte Morandi (Ansa)

Tre le strade a disposizione: revoca della concessione, rinegoziazione, ma anche il passaggio della vigilanza all’authority dei Trasporti, che non ha poteri sulle convenzioni in essere. Ma non basta. Luigi Di Maio minaccia di denunciare alla Corte dei Conti tutti gli ex ministri per danno erariale allo Stato: «Chi ha fatto la concessione regalo ad Autostrade e chi non l’ha annullata dovrà pagare di tasca propria». Il ministro dello Sviluppo ha già parlato con gli avvocati che avrebbero dato il via libera per presentare l’esposto al procuratore generale della Corte dei Conti del Lazio. Di Maio attacca anche la famiglia Benetton: «Fuori i prenditori dallo Stato», dice, chiedendo di pubblicare i nomi di politici e giornali «finanziati in questi anni».

Ponte Morandi, Autostrade pubblica convenzione. Toninelli: "Rivedremo le concessioni"

Ma le condizioni di favore non riguardano solo Autostrade per l’Italia, ma un po’ tutto il sistema. Il rendimento della rete italiana è, infatti, fra i più alti d’Europa. Ogni chilometro di autostrada genera ogni anno ricavi medi per 1,1 milioni di euro. Di questi, solo 300mila finiscono nelle casse dello Stato. Gli altri 850 mila in quelle delle società concessionarie. A questi vanno aggiunti i ricavi per le sub-concessioni o le attività commerciali. Il risultato è che negli ultimi venti anni i ricavi sono praticamente raddoppiati. Mentre, nello stesso periodo, è stata realizzata poco più della metà degli investimenti previsti.

Quanto guadagnano? In quasi tutte le convenzioni sono previsti tassi di remunerazione degli investimenti compresi fra il 9 e il 10%, più del doppio rispetto agli interessi pagati dallo Stato per piazzare i titoli a lunga scadenza. La voce più interessante della montagna di allegati pubblicata sul sito del ministero delle Infrastrutture è quella del ‘tasso di congrua remunerazione del capitale investito’. Per Autostrade era al 10,21%. Rendimento che, precisa l’azienda, si riferiva solo agli investimenti richiesti dallo Stato oltre il 2008. Tassi di remunerazione così elevati non erano l’eccezione ma la regola: la Satap del Gruppo Gavio, per i 126 chilometri della A4 Torino-Milano, si era assicurata un tasso al 10,52% lordo e 7,16% netti. Remunerazioni un po’ più contenute per la strada dei Parchi del gruppo Toto: a fronte di manutenzioni per 608 milioni, il rendimento lordo è del 9,71%, quello netto del 6,25%. Al top la convenzione per la Milano-Serravalle-Milano Tangenziale: tasso di remunerazione del 10,77%.

Infine, la durata e le gare. Il record della proroga spetta ad Autostrade che è riuscita ad allungare la concessione fino al 2042. Ma tutte le convenzioni (tranne una) sono state rinnovate, senza gara, fra il 1999 e il 2003, con durate ventennali. Eppure, dal 18 aprile del 2016, gli Stati avrebbero dovuto recepire la direttiva Ue sulle concessioni che prevede una durata massima di cinque anni e l’assegnazione attraverso procedure di gara competitive.