Ponte Morandi, Autostrade chiede di patteggiare

Con Spea verserà 30 milioni. Il comitato parenti delle vittime: la scelta non lava le coscienze, l’impianto accusatorio è valido

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Autostrade per l’Italia e Spea, la società che si occupava delle manutenzioni, hanno chiesto il patteggiamento per uscire dal processo sul crollo del ponte Morandi. Le due aziende, imputate in base alla legge 231 sulla responsabilità amministrativa degli enti, hanno offerto di versare allo Stato 30 milioni. La procura di Genova ha dato parere favorevole e adesso toccherà al giudice per l’udienza preliminare Paola Faggioni decidere. "Il patteggiamento non lava la coscienza di nessuno per quello che è successo. E, anzi, avrà un impatto importante sull’iter processuale degli altri imputati. Significa che l’impianto accusatorio è valido", ha commentato Egle Possetti, portavoce del Comitato parenti vittime del Morandi. "È un risultato importante. Speriamo che questa tragedia serva da lezione affinché queste cose non succedano più – ha commentato il procuratore Francesco Pinto –. Certamente la proposizione di questo patteggiamento senza alcuna modifica rispetto ai fatti contestati significa senza dubbio che l’impostazione accusatoria è corretta. Aspi ha restituito quanto risparmiato dai lavori non fatti".

La richiesta è arrivata nel corso dell’ultima udienza. Domani replicheranno i pubblici ministeri e poi il gup prenderà alcuni giorni per decidere. "Resta in Autostrade per l’Italia – ha comunicato la società – la piena consapevolezza che non si potrà mai dimenticare la tragedia del 14 agosto 2018 con il suo carico non commensurabile di dolore e sofferenze che ha profondamente segnato anche la società e tutti i suoi dipendenti". La cifra che Aspi verserà al Fondo unico di giustizia (26.857.433 milioni) corrisponde al valore del progetto di retrofitting, quello di rifacimento delle pile 9 (quella crollata) e 10 del ponte mai realizzato. La società pagherà inoltre la sanzione massima di un milione. Spea pagherà una pena pecuniaria di 810 mila euro.

Con la richiesta di patteggiamento, spiega la Procura, Autostrade per l’Italia ha anche "eliminato le carenze organizzative all’origine degli illeciti commessi adottando e attuando un nuovo modello di organizzazione, gestione e controllo che appare idoneo a prevenire la commissione di reati analoghi". La società ha modificato "il documento di valutazione dei rischi di cui ha colmato le precedenti lacune in materia di valutazione ed eliminazione dei rischi legati alla solidità e stabilità del luogo di lavoro". Per quanto riguarda la cifra messa a disposizione ai fini di confisca, i pm scrivono che "tale quantificazione è condivisibile, giacché corrisponde al risparmio di spesa realizzato dalla società mediante l’omissione dell’intervento che avrebbe evitato la commissione dei reati di omicidio colposo aggravato plurimo e di lesioni colpose aggravate plurime".

La maggior parte delle famiglie delle vittime ha chiuso la partita dei risarcimenti quasi subito: per loro la società ha versato poco più di 50 milioni. Mentre agli artigiani che hanno subito danni dal crollo sono stati dati circa 12 milioni. Aspi ha speso 583 milioni per la demolizione e ricostruzione del viadotto e opere accessorie, 117 milioni per nuove infrastrutture.