Martedì 23 Aprile 2024

Ponte Morandi, la Finanza al Ministero dei trasporti per il sequestro dei documenti

Le fiamme gialle anche nelle sedi di Provveditorato e Spea. Toninelli: "Bene fare chiarezza". L'ad di Autostrade: "No a nazionalizzazione". Spunta una lettera del 28 febbraio: "Viadotto non sicuro" Ponte Morandi, i guadagni segreti di Autostrade. Di Maio: faccio causa agli ex ministri

La foto postata da Giovanni Toti su Fb con Renzo Piano e il plastico del nuovo ponte

La foto postata da Giovanni Toti su Fb con Renzo Piano e il plastico del nuovo ponte

Genova, 29 agosto 2018 - Prosegue l'indagine per far luce sul crollo del ponte Morandi a Genova con la Guardia di finanza che oggi ha sequestrato tutta la documentazione, mentre in un'anticpazione dell'Espresso si rivela la presenza di una lettera di Autostrade, datata 28 febbraio, in cui si metteva in guardia il ministero dei Trasporti e il Provveditorato sui rischi per la sicurezza legati al ritardo dell'approvazione del progetto esecutivo di rinforzo del viadotto. Intanto l'ad di Atlantia e Autostrade Castellucci, se non chiude all'ipotesi di ingresso della Cdp nel capitale di Autostrade, respinge l'idea di una nazionalizzazione della società. Dal canto suo il governatore della Liguria, Giovanni Toti, chiede al governo di rinunciare alla flat tax per finanziare i cantieri. E nel tourbillon di indagini, ipotesi e pressing al governo, irrompe l'idea dell'archistar Renzo Piano per il nuovo ponte, con 43 pali-luce in ricordo delle vittime.

Ponte Morandi, i guadagni segreti di Autostrade. Di Maio: faccio causa agli ex ministri

IL SEQUESTRO DELLA FINANZA - La Guardia di finanza sta eseguendo un decreto di sequestro emesso dalla procura di Genova che riguarda tutta la documentazione relativa al ponte Morandi. Le fiamme gialle si sono recate nelle sedi del Ministero delle Infrastrutture e nel suo ufficio ispettivo territoriale di Genova, nella sede del Provveditorato delle opere pubbliche di Liguria, Piemonte e Val d'Aosta, e della Spea Engineering spa. I sequestri stanno avvenendo a Roma, Milano, Firenze e Genova. In particolare gli atti che gli investigatori stanno cercando riguardano il progetto di retrofitting, che prevede il rinforzo degli stralli di pila n. 9 e 10 di ponte Morandi. Gli inquirenti vogliono risalire la catena di chi sapeva dello stato di ammaloramento del ponte, cosa è stato fatto e cosa no e perché, eventualmente, non si è provveduto con misure anche temporanee per tutelare da rischi. "Sono ben felice che si faccia chiarezza su quanto successo in passato", ha scritto su Twitter il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli. "Il ministero è a totale disposizione delle autorità che stanno indagando sul crollo del Ponte Morandi. Buon lavoro a Gdf e magistrati". 

LE IPOTESI SUL CROLLO - Sempre sul fronte delle indagini, intanto, i consulenti della procura di Genova ipotizzano come una delle possibili cause del crollo una bolla d'aria all'interno del tirante di calcestruzzo che avrebbe corroso e arrugginito i cavi di acciaio all'interno dello strallo. Secondo quanto riportato da Repubblica, il difetto sarebbe sorto durante la fase di "iniezione" del cemento che ingloba i trefoli, i cavi in acciaio. Le indagini dei magistrati si sono sin da subito orientate sul cedimento degli stralli, i tiranti di calcestruzzo. Inoltre, secondo le prime ricostruzioni, il lato che cede per primo è quello a sud. E già negli anni '80, lo stesso ingegnere Riccardo Morandi, in uno studio commissionato da Autostrade, aveva sottolineato corrosioni più sul lato mare che su quello monti. Una degradazione, scriveva Morandi, "più rapida di quello che ci si potesse aspettare". 

LA LETTERA DELL'ESPRESSO - E intanto 'L'Espresso', in una sua anticipazione, rivela l'esistenza di una lettera, datata 28 febbraio 2018, in cui il direttore delle manutenzioni di Autostrade, Michele Donferri Mitelli, metteva in guardia il Mit e il Provveditorato sui rischi per la sicurezza legati al ritardo dell'approvazione del progetto esecutivo di rinforzo del ponte. In particolare si chiedeva di accelerare l'iter proprio per garantire "l'incremento di sicurezza necessario sul viadotto Polcevera".

LA PRECISAZIONE DI AUTOSTRADE - Ma, proprio in merito a questa lettera, Autostrade per l'Italia precisa, in una nota, che "si tratta di una ordinaria comunicazione con cui la competente direzione del Ministero delle Infrastrutture viene sollecitata per l’approvazione del progetto di miglioramento delle caratteristiche strutturali del viadotto Polcevera, per il quale era già stato prodotto il parere favorevole da parte del Provveditorato Interregionale delle Opere Pubbliche, tenuto conto che il tempo di approvazione da parte del Ministero si stava protraendo oltre il termine dei 90 giorni". "Il progetto aveva l'obiettivo di migliorare la vita utile dell'infrastruttura", si legge ancora nel comunicato della società. "Risulta, quindi, assolutamente fuorviante e non veritiera l'interpretazione del settimanale secondo cui si sarebbe trattato di una 'lettera d’allarme' che metteva in guardia sulla ìnon sicurezzaì del viadotto", conclude Autostrade. 

CASTELLUCCI: OK COOPERAZIONE CDP, MA NON NAZIONALIZZARE - Intanto Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Atlantia e di Autostrade, non chiude all'ipotesi di ingresso della Cassa depositi e prestiti nel capitale di Autostrade, ma respinge l'idea di una nazionalizzazione della società. In un'intervista a Repubblica il manager afferma che "non c'è alcun progetto né alcun contatto. Posso dire, tuttavia, che la cooperazione con fondi di investimento istituzionali anche di matrice pubblica e con obiettivi di lungo termine fa parte del nostro dna". Rispetto alla nazionalizzazione, Castellucci spiega che "molti ne hanno parlato evidenziando l'incoerenza di un ritorno al passato, che sarebbe in totale controtendenza nel mondo occidentale. Mi limito a osservare che sono i contratti e la Costituzione a chiarire quali sono le condizioni per una eventuale nazionalizzazione". Per l'a.d., "Autostrade privatizzata è una società radicalmente migliore rispetto a quella pubblica, da qualunque parte la si guardi: investimenti, qualità dei servizi, sicurezza, efficienza, viabilità". 

TOTI IN PRESSING - "Dirottare tutte le risorse possibili su un gigantesco piano di investimenti e cantiere che risani le nostre infrastrutture obsolete. Anche a costo di sacrificare provvedimenti bandiera forse più popolari come reddito di cittadinanza e flat tax". Questa la richiesta fatta al governo dal presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. In un'intervista al Corriere della Sera, Toti, inoltre, dice la sua sul fronte ricostruzione e sulle parole del ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, categorico sulla possibilità che sia Autostrade a intervenire in questo senso. "Io dico che siamo davanti a una certezza ineludibile e cioè la legge italiana in vigore. Fino a legge contraria Autostrade è ancora titolare della concessione e dunque di quel ponte e dei suoi tronconi. Come presidente della Liguria e come commissario per il superamento dell'emergenza loro sono miei interlocutori. Punto", sostiene il governatore.

"Per un volta possiamo farla semplice: Autostrade apre il cantiere e paga il conto. Fincantieri costruisce il ponte (se serve con altre primarie imprese necessarie per il loro know-how). Renzo Piano regala a Genova il disegno di un ponte bellissimo. Così, senza polemiche, la città può riavere in fretta un'opera indispensabile, sicura e meravigliosa. Così si onora davvero chi ha perso la vita", è l'invito del governatore della Liguria, che posta su Facebook una foto insieme all'architetto mentre discutono dei suoi progetti. 

L'IDEA DI RENZO PIANO - L'idea di Piano consegnata a Toti prevede quarantatré pali dell'illuminazione, tante quante sono le vittime del crollo del vecchio Morandi, su una linea semplice e pulita, priva di "strallatura", ovvero di strutture che sovrastino la carreggiata, con il peso sostenuto interamente dai piloni. I pali dell'illuminazione sono l'elemento "memoriale" del progetto dell'archistar: renderebbero omaggio alle 43 persone che hanno perso la vita il 14 agosto scorso e sarebbero visibili in tutta la vallata. Il progetto di Piano è diverso rispetto a quello parzialmente annunciato da Autostrade per l'Italia, al momento società designata per demolire e ricostruire il ponte, che aveva annunciato un viadotto in acciaio con una struttura strallata: entro venerdì si conosceranno anche ulteriori dettagli di questo piano.

INTESA PRONTA A CANCELLARE I MUTUI - Inoltre Intesa Sanpaolo ha fatto sapere che è pronta a cancellare i mutui nella zona colpita dal crollo del ponte Morandi. Il gruppo, spiega una nota, ha deciso di avviare una serie di interventi per venire incontro alla situazione di emergenza creatasi in seguito alla tragedia. In particolare, la banca ha deciso di procedere con la remissione unilaterale dei mutui prima casa a favore di tutti coloro che si trovano a pagare un finanziamento per un immobile sito nella 'zona rossa' che verra' dichiarato inagibile e non più abitabile oppure abbattuto. A tale scopo è stato stanziato un plafond di 4,5 milioni di euro. A tale importo, si aggiunge l'attivazione della moratoria dei finanziamenti che prevede la sospensione di 12 mesi gratuita e volontaria dei finanziamenti a privati ed imprese. Il Gruppo ha inoltre messo a disposizione di famiglie e imprese un plafond di 50 milioni di finanziamenti dedicati alla ricostruzione e al ripristino delle strutture danneggiate: abitazioni, negozi, uffici, laboratori artigiani e aziende.