Le testimonianze. "Sapevamo che prima o poi quel ponte sarebbe crollato"

Marco Vacca, ispettore capo di polizia in servizio a Rapallo e presidente del Civ ville storiche Sampierdarena: "Non ci volevamo credere"

Marco Vacca

Marco Vacca

Genova, 15 agosto 2018 -  "Per venti minuti avete ancora una mamma,  ha scritto nel messaggio che mi ha mandato quando ha saputo del ponte” racconta Diego dietro al bancone di uno dei tanti locali di piazza delle Spezie, il cuore della movida genovese che continua a battere anche quando La superba nel suo di cuore ha di nuovo il peso della morte.

"Mi ha raccontato che sul ponte l’acqua formava delle grandi bolle, inquietante - continua, con la pelle d’oca al pensiero che anche la sua famiglia è stata sfiorata dall’apocalisse - erano anni che dicevamo a tutti di non passare di lì, che prima o poi sarebbe crollato. Forse è una leggenda ma mi racconta mio padre, che lo ha saputo da suo cugino, che un professionista si suicidò pochi mesi dopo la costruzione di quel ponte. Per il rimorso, perché sapeva che non era sicuro. Poi nel 2016 lo ha detto un professore. E un anno e mezzo fa avevano trasferito l’ufficio della Ansaldo dove lavorava mio cugino perché erano caduti dei calcinacci. C’è un momento in cui il cemento non regge più: quel pilone è collassato e si è portato giù duecento metri di autostrada”.

Genova guarda la tragedia che vive il suo “post” come da uno schermo televisivo e commenta in coro: lo sapevamo che prima o poi sarebbe successo. “Da sempre la gente diceva scherzando, quasi a scacciare un fantasma, ‘prima o poi viene giù’. Ma non ci volevamo credere che potesse succedere davvero” racconta amaro Marco Vacca, ispettore capo di polizia in servizio a Rapallo e presidente del Civ ville storiche Sampierdarena. Ha appena consegnato 15 ventilatori agli sfollati della val Polcevera nel centro sociale dove sono stati allestiti mensa e brande arrivate in fretta dalla protezione civile spezzina a Santo Stefano Magra.

“All’inizio erano più di cento, poi chi ha potuto ha trovato ospitalità da amici e sono rimasti una ventina, ma prima della mezzanotte il Comune ha trovato loro una sistemazione migliore - racconta - i commercianti si sono subito mobilitati quando hanno saputo che c’era bisogno, ma abbiamo trovato una grandissima organizzazione della protezione civile. La situazione la conoscevano bene: era una struttura molto usurata. Io vivo qui da cinquant’anni e non mi ricordo di averlo visto senza impalcature”.