Mercoledì 24 Aprile 2024

Pompeo all’Italia: non fate affari con la Cina

La visita del segretario di Stato americano a Roma. Il messaggio a Conte: "Con il 5G di Pechino la privacy dei vostri cittadini è in pericolo"

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di Giampaolo Pioli

Più che un atto di persuasione, la missione a Roma del Segretario di Stato americano Mike Pompeo si è trasformata in un ammonimento pesante. Quasi un ultimatum. Sia al governo italiano che al Vaticano. Una vera e propria maratona anti-cinese per mettere in guardia il premier Conte e il ministro degli esteri Di Maio sulla relazione troppo speciale e ravvicinata che l’Italia ha instaurato con Pechino, aderendo fra le prime alla ‘Via della seta’ e permettendo ai colossi cinesi di diventare protagonisti e titolari di massicci investimenti nel campo delle infrastrutture, a partire dai porti e delle super tecnologie, come la rete 5G che il colosso Huawei promuove.

"Possono diventare un rischio per la vostra sicurezza nazionale – mette in guardia Pompeo –. State molto attenti. Il partito comunista cinese sta mettendo in atto strategie precise di controllo che potrebbero incidere sulla sicurezza dei vostri cittadini. Attenti a fare affari con loro".

Il fatto che l’America sia irritata da tempo dalla propensione italiana ad adottare il 5G con la rete di Huawei, facilitando anche la moltiplicazione della presenza industriale e commerciale nelle infrastrutture da parte di Pechino, non è una novità. La visita del presidente Xi è stata forse la goccia che ha fatto traboccare il vaso, anche se il leader cinese ha visitato anche altre capitali europee.

In Italia però ha sottoscritto importanti protocolli bilaterali che nel frattempo si sono sviluppati, mentre la Cina è ai ferri corti con Washington nella lotta delle tariffe e nel controllo geostrategico del Pacifico. Pompeo, a Roma per due giorni, col suo ultimatum trasmesso di persona a un Paese alleato è di fatto venuto a dire a nome di Trump, di cambiare strada. E se il premier Conte ha ribadito la solida alleanza fra Washington e Roma, il ministro degli esteri Di Maio è stato più sfuggente e ha assicurato agli Stati Uniti che verrà rispettata la massima sicurezza nella protezione dei dati. Senza mai citare la Cina ha quindi aggiunto : "L’Italia è un Paese dinamico che guarda alle grandi opportunità col resto del mondo nel rispetto di tutti gli altri alleati". Di sicuro a Pompeo questo non basta. Sebbene durante gli incontri si sia parlato anche di Libia , Bielorussia e Venezuela – dove l’America vede un maggior coinvolgimento del nostro Paese – è il dossier Italia-Cina la spina nel fianco degli americani. Non è escluso che se siamo stati in parte graziati dall’ultima ondata di super dazi contro i nostri prodotti alimentari, di fronte a una certa sordità nei confronti degli ammonimenti Usa potremmo essere i prossimi a finire nel mirino.

La lezione anti Cina di Pompeo a Palazzo Chigi e al Vaticano risente sicuramente della pressione che il Segretario di Stato americano riceve da Trump all’inseguimento di Biden nella corsa alla presidenza. La denuncia di Pechino come diffusore del Coronavirus e la richiesta all’Italia di rinunciare di fatto alle intese con la Cina, con la quale invece l’America ha sempre cercato accordi sotto la presidenza Trump, decisamente sorprendono. Certo non rafforzano con queste "incursioni diplomatiche" la cementata alleanza storica tra Italia e Usa.