Martedì 23 Aprile 2024

Polvere di stelle alle amministrative A Parma i grillini non esistono più

Nella prima grande città conquistata, il movimento non si presenta neppure. Andrà col Pd in 18 capoluoghi su 26

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di Elena G. Polidori

La resa a Parma, la Stalingrado grillina, come ebbe modo di parlarne Beppe Grillo nel 2012 quando il M5s rappresentava una realtà inarrestabile, ha quasi del clamoroso. Eppure Parma, alle prossime elezioni amministrative, dove i grillini non presenteranno neppure la lista, è solo l’ultima tappa di un percorso in discesa libera che sta portando alla scomparsa del M5s sul piano territoriale. Su 26 capoluoghi di provincia al voto, in 18 casi il M5s affianca il Pd, ma non esprime neanche un candidato sindaco. A Belluno e Verona si limita a sostenere i candidati della coalizione, a Cuneo e Lucca le lancette dell’orologio si sono fermate a cinque anni fa e il Movimento va da solo; a Como si orienta su un’alleanza civica alternativa al Pd; a Piacenza, invece, si testerà un esperimento di sinistra radicale e ambientalista, con i 5 Stelle assieme a SI e Verdi, in competizione con i dem. Insomma, un quadro desolante. E anche se le amministratrive non sono mai state il piatto forte dei grillini, l’abbandono totale del territorio da parte di candidati del Movimento guidato da Giuseppe Conte, rende plastica la scollatura tra il partito di maggioranza relativa e i suoi elettori. E le prossime politiche, poi, non sono così lontane.

Ma, soprattutto, è Parma ad essere diventata un caso anche all’interno del M5s, la città che vide Federico Pizzarotti stravincere prima di un’epica litigata con Grillo che lo convinse, poi, a candidarsi da indipendente alle elezioni del 2017 ottenendo il suo secondo mandato. Ora, in quella città simbolo di un’epoca ormai sepolta, nessuno corre sotto l’effige stellata, come ha raccontato ieri il senatore stellato Gabriele Lanzi, dando un quadro dell’intera situazione: "Vista l’importanza della fase finale di transizione e del percorso di riorganizzazione guidato da Giuseppe Conte, il M5s non si presenterà alle amministrative in tutti i comuni d’Italia. A Parma abbiamo portato avanti per mesi il progetto di un campo progressista unito, ma abbiamo dovuto prendere atto della impercorribilità di una strada comune che per noi era il presupposto per essere presenti in questa tornata elettorale con una proposta solida per la città di Parma".

Nel 2012 Pizzarotti vinse il ballottaggio con il 60,2% , mentre oggi con la sua lista Effetto Parma, ha siglato un accordo con il Pd per la candidatura di Michele Guerra. Azione non farà parte della coalizione e sosterrà Dario Costi, mentre in rotta con i dem Michela Canova ha annunciato la sua candidatura con la lista Parma Democratica. A sinistra Potere al Popolo punta su Andrea Bui, mentre Roberta Roberti correrà per Parma città pubblica. In campo anche Marco Adorno con L’altra Parma e Gaetano Vilnò per Italexit.

Nel centrodestra Forza Italia e Lega puntano sull’ex sindaco Pietro Vignali (FdI ancora non ha sciolto la riserva). Corre da civico l’ex assessore Giampaolo Lavagetto."Il quadro che si è definito rasenta l’inverosimile — spiega Lanzi — il Pd non presenta un proprio candidato sindaco, ma ne sceglie uno nel campo dei propri avversari; lo chiamano campo largo, una definizione non sufficiente però a chiarire quali siano state le reali motivazioni per una scelta così paradossale". Il senatore M5S sottolinea che "avremmo preferito si tutelasse la ragione superiore di una coalizione in grado di imprimere un passo nuovo alla nostra città. Obiettivo purtroppo mancato. Riteniamo che sia comunque questa l’area politica che rappresenta una reale alternativa possibile".

Con ogni probabilità, le amministrative di giugno non invertiranno quindi il segno al ribasso del "nuovo corso" grillino, che dopo i casi di Torino (solo il 9% dopo la ritirata di Chiara Appendino) e Roma, dimostra sempre più di non riuscire a ritrovare consenso nei luoghi dove, cavalcando un’idea di novità e di "onestà", era riuscito a fare incetta di voti come mai nessuno prima.