La mossa della Polonia contro la supremazia europea diventa un caso. La Corte costituzionale polacca ha decretato infatti che alcuni articoli dei Trattati dell’Ue sono "incompatibili" con la Costituzione dello Stato polacco e che le istituzioni comunitarie "agiscono oltre l’ambito delle loro competenze". Una sentenza che ha inevitabilmente innescato l’ira di Bruxelles e di tutte le forze europeiste del vecchio continente. "Useremo tutti i poteri che abbiamo per assicurare il primato dei nostri Trattati", avverte la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Il caso polacco in Italia ha intanto acceso lo scontro tra Pd-M5s e Fratelli d’italia e spaccato la maggioranza sui temi europei. Soprattutto perché se la sentenza fosse pubblicata in Gazzetta Ufficiale, potrebbero esserci molteplici implicazioni. E infatti la reazione dell’Ue non si è fatta attendere. "Siamo profondamente preoccupati, analizzeremo rapidamente i passi che prenderemo", sottolinea prima von der Leyen e poi il commissario Ue alla Giustizia Didier Reynders, che parla di volontà "di proteggere i cittadini polacchi". A fianco dell’Ue si schierano nettamente Italia, Francia e Germania. Il rebus tuttavia è complesso perché la sentenza polacca va a inserirsi in un rapporto già ai minimi termini tra Ue e Varsavia per il nodo dello Stato di diritto. E potrebbe complicare non poco il via libera dell’Ue al Recovery polacco. Il governo di Varsavia se da un lato ha appoggiato la Corte, dall’altro, il premier Mateusz Morawiecki ha allontanato lo spettro della “Polexit“ assicurando il suo posto "nella famiglia europea". E in merito a possibili conseguenze della sentenza sul negoziato sul Recovery anche l’Ue è prudente: "prima di pensare a qualsiasi azione dobbiamo studiare le motivazioni della Corte costituzionale", spiega Reynders. In Italia, invece, il caso polacco è tutto politico. Contro la sentenza della Corte si scagliano sia Enrico Letta ("il sovranismo europeo va combattuto") che ...
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