Giovedì 18 Aprile 2024

Politica inerte Senza le riforme arriva la troika

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Lorenzo

Castellani

La non fiducia del Movimento 5 Stelle e l’apertura della crisi di governo sono soltanto l’atto finale di allarmi che suonano da mesi, innescati dal peggioramento dello scenario economico, dalla guerra e dall’approssimarsi delle elezioni. La classe politica italiana sembra non aver ancora realizzato la gravità della situazione: crisi energetica, inflazione, recessione, pressione sui titoli di Stato, malessere sociale.

L’iniziativa assunta da Giuseppe Conte rischia di mettere a repentaglio la stabilità politica e finanziaria del Paese. Mentre, nel frattempo, il Parlamento offre oramai da mesi spettacoli di demagogia. La politica economica è frazionata in bonus e sussidi, le infrastrutture fondamentali si negano, la legge per la concorrenza viene ostacolata e non si riescono a varare riforme ampie, come la riduzione del cuneo fiscale e la riformulazione delle politiche attive. La questione centrale non è più nemmeno se, come e quanto durerà il governo Draghi, ma quale futuro attende il Paese.

Con le istituzioni fragili e la politica debole non si può fronteggiare una crisi come quella che sta arrivando senza pagare gravi conseguenze. Per l’Italia ciò significa il rischio di un commissariamento da parte delle istituzioni europee e dei mercati finanziari data l’incapacità dei partiti di adempiere alle promesse fatte sul fronte interno e su quello estero. Senza un recupero della governabilità e una solidità programmatica dentro i confini della politica europea il paese rischia di finire in poco tempo sotto la tutela tecnocratica del Meccanismo europeo di stabilità o della troika. Con grave danno per gli italiani, costretti a subire un programma scritto al di fuori delle istituzioni rappresentative e a convivere con uno Stato incapace di fare politica estera, e per l’Unione europea, che avrebbe nel suo terzo grande paese soltanto un problema invece che un’opportunità.