Poliomielite, il virus riappare a Londra. Ipotesi, indagini e appelli alla vaccinazione

Gli esperti sono al lavoro per capire se c'è una trasmissione di comunità. Burioni: "L'uomo è l'unico ospite naturale del virus della polio quindi se nelle fogne di Londra c'è il virus significa che a Londra c'è gente che ha in questo momento la polio". Timori in Ucraina, dove la situazione è resa difficile dalla guerra

Londra, l'entrata di una stazione della metropolitana (Ansa)

Londra, l'entrata di una stazione della metropolitana (Ansa)

Roma, 22 giugno 2022 - Sembrava una storia ormai passata, invece il virus della poliomielite torna a bussare alla porte dell'Europa, a Londra. Un primo 'caso' dopo quasi 40 anni. Non c'è allarme, almeno per ora, ma le agenzie internazionali valutano la situazione. La Uk Heath Security Agency (Ukhsa), in collaborazione con la Medicines and Healthcare products Regulatory Agency (Mhra), ha trovato il poliovirus nei campioni di acque reflue raccolti dal London Beckton Sewage Treatment Works nel Nord e nell'Est della metropoli inglese e ha emesso un'allerta ad hoc. L'ultimo caso di forma selvaggia della poliomielite nel Regno Unito risale al 1984 e il Paese è stato dichiarato 'polio-free' nel 2003.

I campionamenti della acque reflue

Secondo l'Ukhsa, "è normale ogni anno che vengano rilevati da uno a 3 poliovirus 'simili al vaccino' nei campioni di acque reflue del Regno Unito. Questi 'casi' sono però collegati a persone vaccinate all'estero con il vaccino orale (Opv), le cui tracce finiscono poi attraverso le feci nelle fogne". Le indagine sono ancora in corso, ma diversi poliovirus sono stati trovati tra febbraio e marzo durante i campionamenti delle acque reflue. "Il virus ha continuato a evolversi ed è ora classificato come un poliovirus di tipo 2 (Vdpv2) derivato da un vaccino che in rare occasioni può causare malattie gravi, come la paralisi, in persone che non sono completamente vaccinate", avverte l'Ukhsa.

L'ipotesi della trasmissione di comunità

C'è quindi massima attenzione perché, secondo gli esperti, è probabile "che ci sia stata una certa diffusione del virus nella zona Nord ed Est di Londra tra persone collegate e ora rileviamo il ceppo di poliovirus di tipo 2 attraverso le loro feci". Infatti ad oggi a Londra non sono stati segnalati casi di polio con paralisi, ma "le indagini puntano a stabilire se si sta verificando una trasmissione nella comunità", chiarisce la Ukhsa. Comunque secondo Vanessa Saliba, epidemiologa dell'agenzia, "il poliovirus di derivazione vaccinale è raro e il rischio per le persone in generale è estremamente basso". La maggior parte della popolazione del Regno Unito è protetta dal virus della polio perché vaccinata durante l'infanzia, "ma in alcune comunità con bassa copertura vaccinale alcune persone potrebbero essere a rischio". 

Appello alla vaccinazione

Di qui l'appello generalizzato a genitori e famiglie a far sottoporre ai richiami previsti tutti i bambini che non li avessero portati a termine. Per quanto la malattia sia ritenuta eradicata nel Regno Unito, salvo episodici casi di importazione dall'estero negli ultimi anni, il servizio sanitario nazionale britannico (NHS) impone tuttora la somministrazione di massa del vaccino anti- polio ai neonati al compimento delle 8 settimane di età, con richiami a 12 e 16 settimane nell'ambito delle vaccinazioni del ciclo '6-in-1'. Un ulteriore booster è poi previsto a 3 anni e 4 mesi con il ciclo '4-in-1'. E un ultimo è indicato per gli adolescenti a 14 anni, per il '3-in-1'. Secondo le stime più recenti, oggi il 95% dei bambini risulta aver completato l'intero programma vaccinale prescritto a livello nazionale; quota che scende tuttavia al 90% nella multietnica e multiculturale Londra.

"Rafforzare la sorveglianza"

"L'Oms Europa è a conoscenza del poliovirus derivato dal vaccino rilevato in campioni nelle acque reflue a Londra. Grazie alla vaccinazione il rischio per i cittadini rimane basso. L'Oms sta lavorando a stretto contatto con le autorità britanniche", ha scritto in un tweet l'Oms Europa che rimanda al The Global Polio Laboratory Network (Gpln). "E' importante che tutti i paesi, in particolare quelli con un elevato volume di viaggi e contatti con nazioni e aree colpiti dalla poliomielite - spiega il Gpln sulla sua pagina - rafforzino la sorveglianza per rilevare rapidamente qualsiasi nuova importazione di virus e facilitare una risposta rapida". Gli esperti del Gpln avvertono anche come "qualsiasi forma di poliovirus ovunque è una minaccia per i bambini di tutto il mondo". 

L'avvertimento di Burioni

"Se avete avuto la pessima idea di non vaccinare i vostri figli contro la polio (o non siete vaccinati) provvedete immediatamente". Ha scitto l'immunologo Roberto Burioni in un tweet. "Spiego meglio: l'uomo è l'unico ospite naturale del virus della polio quindi se nelle fogne di Londra c'è il virus significa che a Londra c'è gente che ha in questo momento la polio", ha poi aggiunto.

Il virus in Ucraina

Nel frattempo, il virus potrebbe espandersi in Ucraina. La situazione è stata esacerbata dalla pandemia di Covid-19, dalla guerra nell'Ucraina orientale e dalle riforme sanitarie in corso, hanno spiegato gli scienziati ucraini alla riunione annuale dell'American Society for Microbiology. Il 6 ottobre 2021 è stato confermato un caso di poliomielite paralitica in un bambino di 1,5 anni dell'Ucraina occidentale con una diffusione del poliovirus geneticamente simile a un campione ambientale di Dushanbe, in Tagikistan. Da gennaio 2022, 19 casi di poliomielite paralitica sono stati confermati nell'Ucraina occidentale, portando alla dichiarazione di emergenza sanitaria nelle province di Rivne e Zakarpattia. "L'invasione della Federazione Russa in Ucraina il 24 febbraio 2022 ha provocato migliaia di vittime, territori occupati, milioni di rifugiati e sfollati interni. Tutto ciò ha interrotto l'accesso alle cure mediche, ha interrotto in modo significativo le vaccinazioni di routine e la risposta all'epidemia di poliomielite in Ucraina", hanno scritto gli scienziati. L'alto rischio di diffusione è dovuto alla bassa immunizzazione - 73,3% a dicembre 2021 - nonché alle lacune nell'immunizzazione a livello regionale, ha affermato l'autore presentatore Dmytro Stepanskyi, capo del Dipartimento di microbiologia, virologia, immunologia e Epidemiologia, Accademia medica di Dnipropetrovsk del Ministero della Salute dell'Ucraina. Questi fattori portano ad alti rischi di diffusione internazionale del virus nei paesi liberi dalla poliomielite.

La malattia e la situazione in Italia

L'Italia, insieme a tutta la Regione Oms Europa, è stata definita una Regione 'polio-free' nel 2001. Nel nostro Paese la vaccinazione antipolio è obbligatoria dal 1966 e l'ultimo caso endemico di poliomielite si è verificato nel 1982. Lo ricorda l'Istituto superiore di sanità (Iss) sul sito 'Epicentro'. "In Italia, per decisione della Conferenza Stato-Regioni nel 2002, dopo l'eradicazione completa della polio in Europa, l'unica forma di vaccino somministrato è quello inattivato. Al ministero della Salute viene mantenuta una scorta di vaccino orale attivo come misura precauzionale, in caso di emergenza e di importazione del virus", sottolinea l'Iss. Non esistono cure per la poliomielite, se non trattamenti sintomatici che possono solo in parte minimizzare gli effetti della malattia. "L'unica strada per evitare potenziali conseguenze è la prevenzione tramite vaccinazione - ricordano gli esperti -. Esistono due tipi di vaccini diversi: quello 'inattivato' di Salk (Ipv), da somministrare con iniezione intramuscolo, e quello 'vivo attenuato' di Sabin (Opv), da somministrare per via orale". Proprio quest'ultimo, secondo le autorità sanitarie inglesi, potrebbe essere alla base delle tracce di poliovirus trovate nelle acque reflue di Londra. "La poliomielite - ricordano gli esperti di Epicentro - è una grave malattia infettiva a carico del sistema nervoso centrale, che colpisce soprattutto i neuroni motori del midollo spinale. La diffusione della polio ha raggiunto un picco negli Stati Uniti nel 1952, con oltre 21mila casi registrati. In Italia, nel 1958, furono notificati oltre 8mila casi. L'ultimo caso americano risale al 1979, mentre nel nostro Paese è stato notificato nel 1982. La malattia è causata da tre tipi di polio-virus (1, 2 e 3), appartenente al genere enterovirus, che invade il sistema nervoso nel giro di poche ore, distruggendo le cellule neurali colpite e causando una paralisi che può diventare, nei casi più gravi, totale".

I sintomi e i rischi (anche gravi)

In generale, "la polio ha effetti più devastanti sui muscoli delle gambe che su quelli della braccia - proseguono l'Iss -. Le gambe perdono tono muscolare e diventano flaccide, una condizione nota come paralisi flaccida. In casi di infezione estesa a tutti gli arti, il malato può diventare tetraplegico. Nella forma più grave, quella bulbare, il virus paralizza i muscoli innervati dai nervi craniali, riducendo la capacità respiratoria, di ingestione e di parola. In questo caso, è necessario supportare il malato con ausili nella respirazione. Negli anni '50 erano molto diffusi a questo scopo i polmoni d'acciaio, sostituiti oggi da strumenti assai più agili". "La polio colpisce soprattutto i bambini sotto i 5 anni di età. Anche i soggetti immunizzati possono venire infettati dal virus, senza svilupparne i sintomi, e trasmetterlo ad altri. Data la ridotta probabilità che un individuo infettato sviluppi sintomi chiari e visibili, come la paralisi, la catena di trasmissione può allargarsi rapidamente, soprattutto in assenza di misure igieniche adeguate. Solo l'1% dei malati di polio sviluppano la paralisi; il 5-10% sviluppa una forma di meningite asettica, il restante 90% circa sperimenta solo sintomi simili a una influenza e ad altre infezioni virali", concludono gli esperti.