Venerdì 19 Aprile 2024

Pogba, video beffa del fratello. "Ecco come pagava lo stregone"

Mathias, arrestato per estorsione, aveva lasciato messaggi sui social: "Sono in carcere, ma parlo lo stesso"

Paul Pogba

Paul Pogba

Una volta c’era il calcio scommesse, ora, almeno in Francia, esiste il marabutto, che nella cultura musulmana dell’Africa Occidentale – dove si trova la Guinea da cui arriva la famiglia di Paul Pogba – indica un santone che più della religione ama la magia e con essa e i soldi del "Polpo", almeno lo dice il fratello Mathias nei suoi video automatizzati che vengono diffusi nonostante sia in carcere, indirizza le partite e gli infortuni di compagni ingombranti e avversari. Talvolta va bene – la finale dei Mondiali 2018 vinta dalla Francia –, ma può anche andare male, come agli Europei del 2016 quando i Blues vennero battuti in casa dal Portogallo, nonostante fosse andata a buon fine la macumba a Cristiano Ronaldo, infortunato dopo pochi minuti.

La vicenda ha dunque un risvolto tecnologico perché Mathias Pogba, 31 anni, uno dei due gemelli nati in Guinea prima che la famiglia si trasferisse in Francia dove Paul è nato nel 1993, continua ad avvelenare l’ambiente dal carcere grazie all’automazione dei suoi social: "Se state ascoltando queste parole vuol dire che sono finito in carcere".

Di solito, nei film, la chiusura della frase è "perché sono morto". Mathias invece dietro le sbarre gode di buona salute e di una spietata voglia di vendetta verso il fratello campione. Nelle ultime stories sui video automatizzati, il fratello maggiore racconta che il marabutto si chiama Ibrahim, detto il Grande, e non avrebbe fra i suoi clienti, a una tariffa fra i 75mila e i 100mila euro ogni stregoneria, solo Paul, ma una serie di vip francesi e non. Fra le richieste che il campione attualmente alla Juve avrebbe fatto al Grande ci sarebbero le falene che invasero lo Stade de France nella finale del 2016 – però inutili –, ma anche una serie di pizzini interrati all’Old Trafford quando Pogba giocava a Manchester con lo United per indirizzare la partita di Chiampions contro il Psg e ribaltare la sconfitta (1-3) dell’andata invocando la prestazione negativa dell’amico-nemico Kylian Mbappé, che sembra l’ossessione del bianconero: più va in malora lui, più sale nella quotazione dei tifosi l’attaccante parigino.

A consigliare i malocchi da 100mila euro e fare conoscere a Paul il Grande nel 2015 sarebbero stati altri due calciatori, "clienti" di Ibrahim, l’ivoriano Serge Aurier – attualmente riserva al Nottingham Forest – e il maliano Alou Diarra, ora vice allenatore del Lens. A consegnargli le valigette coi soldi era un amico di infanzia di Pogba, Mam’s, ora in carcere per il tentativo di estorsione da 13 milioni – hanno ottenuto alla fine 100mila euro – che ha scatenato la faida. A rendere più gialla la storia anche il presunto coinvolgimento della malavita organizzata, contro la quale Pogba avrebbe garantito protezione alla madre pur che si schierasse con lui. Da "Parenti serpenti" alla "Guerra dei Roses", ce n’è per tutti i gusti. Come ne uscirà Paul? Come dice Mathias da "piccolo principe viziato, egoista, ipocrita e impregnato del suo ego" o ancora come uno dei più grandi centrocampisti dell’ultimo decennio? La decisione al tribunale di Parigi.