Mercoledì 24 Aprile 2024

Pnrr, stretta sulla Corte dei Conti "Ma nessun conflitto con i giudici"

Il governo assicura: non ci sono ritardi sul Piano. Fitto: "Lo scudo erariale già deciso da Conte e Draghi"

Nessun ritardo nella tabella di marcia per modificare il Pnrr, bisogna agire in maniera veloce ma non in fretta. L’Italia si muove in stretto contatto con la Commissione Europea. La prima frase la scandisce il ministro degli Affari Europei e gran regista del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Raffaele Fitto, subito dopo la cabina di regia sull’attuazione dei progetti convocata a Palazzo Chigi. La seconda frase, invece, si trova nella premessa alla Relazione semestrale presentata ieri e firmata dalla premier, Giorgia Meloni. Messe insieme sono quasi una risposta, sia pure indiretta, alle parole pronunciate in mattinata dal governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, che aveva chiesto "di non perdere tempo" sul Pnrr, sia pure senza mai citare il governo.

È un dialogo a distanza proprio nel giorno in cui l’esecutivo conferma gli emendamenti al decreto Semplificazioni che prorogano al 2024 lo scudo "erariale" per i progetti legati al piano, e mette un freno alla Corte dei Conti, facendo scattare il disco rosso ai cosiddetti "controlli concomitanti".

Insomma, sul Pnrr vigileranno le autorità europee. Ma Fitto, ieri, ha voluto anche chiarire che non c’è alcun conflitto in corso con i magistrati contabili. Anzi, proprio oggi, è previsto un incontro a Palazzo Chigi con i vertici della Corte dei Conti. "Non capisco la polemica, la norma sullo scudo per il danno erariale del dirigente pubblico è stata decisa dal governo Conte e prorogata da Draghi. Sfido chiunque a trovare una sola parola nella posizione del Governo o anche una mia dichiarazione che sia andata contro la Corte dei Conti, verso la quale c’è il massimo rispetto". Un fatto è comunque certo: il governo modificherà l’attuale versione del Pnrr. "Nella seconda metà di giugno si terranno incontri tecnici con i servizi della Commissione Ue per verificare l’ammissibilità delle richieste di modifica eo riprogrammazione". Poi, entro agosto, sarà formalizzata "la proposta complessiva di revisione del Piano, in linea con quanto previsto dal Regolamento europeo", spiega Meloni. "Si tratta di un lavoro estremamente delicato che il Governo sta portando avanti con la massima attenzione e con grande responsabilità".

Fitto non esclude neanche che il confronto possa chiudersi prima di agosto. E, in ogni caso, la rimodulazione non significa "definanziare" gli interventi, come ad esempio quello sui nuovi asili. "Vogliamo solo modificare gli obiettivi intermedi per garantire la realizzazione dei progetti, esattamente l’opposto delle critiche che ascoltiamo". Certo, ha spiegato il ministro, per alcuni obiettivi la scadenza del 30 giugno 2026 presenta delle oggettive "impossibilità".

È il caso ad esempio delle colonnine di idrogeno nei distributori di carburanti. Ma per molti altri, "siamo convinti di essere nei tempi". Al momento, ha concluso Fitto, solo 5 Paesi hanno presentato le modifiche in base al RepowerUe, il programma per gli investimenti energetici dove potrebbero essere dirottati una parte dei progetti del Pnrr. "Spesso sento parlare di ritardi ma dovremmo inquadrarli con degli esempi specifici, mentre l’Italia ha un piano più complesso rispetto agli altri Paesi".

Antonio Troise