
Il governo riannoda le fila del Pnrr e dopo aver assicurato la terza rata e chiesto la quarta, si mette al lavoro sulla quinta, legata agli obiettivi del secondo semestre 2023. È un lavoro delicato, perché si intreccia con la rimodulazione complessiva del piano, ancora al vaglio di Bruxelles che si prenderà almeno fino a fine anno per dare l’ok definitivo. Ma nel frattempo la tabella di marcia deve cambiare e seguire il percorso che il governo ha scelto per accelerare l’attuazione e non accumulare ritardi.
Per questo dalla quinta rata slittano 13 obiettivi e ne vengono cancellati sei, che potranno essere coperti con altre fonti di finanziamento. Se tutte le proposte di modifica venissero approvate dalla Ue, spiega il governo, i risultati (o obiettivi) da conseguire entro l’anno passerebbero da 69 a 51, il numero di target da 46 a 30 e il numero di milestone da 23 a 21. Ma la quinta rata, che in origine valeva 18 miliardi di euro, è destinata a calare. "Nei prossimi giorni attendiamo la terza rata, nei giorni scorsi abbiamo formalmente richiesto la quarta, stiamo lavorando alacremente per raggiungere gli obiettivi della quinta e per la revisione complessiva del Piano, che include il capitolo RepowerEU", ha detto la premier Meloni al termine della cabina di regia con Comuni, Regioni e Province.