Mario Draghi sulle orme di Enrico Mattei punta a conquistare una consistente quota del gas algerino: a regime – spiega l’ad dell’Eni, Claudio Descalzi – si arriverà a 9 miliardi di metri cubi in più, tra 2023 e 2024, ma già da questi anni le forniture saranno destinate a aumentare. "I nostri governi – annuncia il premier da Algeri, dopo la firma dell’accordo sull’energia con il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune – hanno siglato una dichiarazione d’intenti sulla cooperazione bilaterale nel settore dell’energia. A questa si aggiunge l’accordo tra Eni e Sonatrach per aumentare le esportazioni di gas verso l’Italia". Una cooperazione che si estende anche al settore degli elicotteri e delle navi. Putin sfida la Ue sul gas russo. Le mosse dell'Italia e perché il prezzo è crollato L’obiettivo della missione italiana (che comprendeva anche i ministri degli Esteri Luigi Di Maio e della Transizione ecologica Roberto Cingolani, oltre al numero uno di Eni) è proprio l’incremento delle forniture di gas dal Paese africano (che già rappresenta il 31% del nostro import), con la riduzione della dipendenza dalla Russia, da cui arrivano 27 miliardi di metri cubi all’anno. Il viaggio ad Algeri, del resto, è il primo di una serie nell’agenda del premier: dopo Pasqua potrebbe essere la volta del Congo, poi Angola e Mozambico. "Subito dopo l’invasione dell’Ucraina – spiega Draghi – avevo annunciato che l’Italia si sarebbe mossa con rapidità per ridurre la dipendenza dal gas russo. L’accordo di oggi è una risposta significativa a questo obiettivo, ne seguiranno altri". E, a spiegare i termini dell’intesa provvede il Ministro Cingolani: da Algeri avremo circa 3 miliardi di metri cubi in più di gas subito, altri 6 nel 2023 per arrivare a 9 miliardi l’anno successivo. Mentre il responsabile degli Esteri traduce: più gas dall’Algeria per tutelare ...
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