Mercoledì 24 Aprile 2024

Draghi firma l'accordo sul gas con Algeria

Firmato l’accordo: dal Nordafrica 9 miliardi di metri cubi l’anno in più, un terzo di quanto arriva dalla Russia. Draghi: "Presto altre intese"

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Mario Draghi sulle orme di Enrico Mattei punta a conquistare una consistente quota del gas algerino: a regime – spiega l’ad dell’Eni, Claudio Descalzi – si arriverà a 9 miliardi di metri cubi in più, tra 2023 e 2024, ma già da questi anni le forniture saranno destinate a aumentare. "I nostri governi – annuncia il premier da Algeri, dopo la firma dell’accordo sull’energia con il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune – hanno siglato una dichiarazione d’intenti sulla cooperazione bilaterale nel settore dell’energia. A questa si aggiunge l’accordo tra Eni e Sonatrach per aumentare le esportazioni di gas verso l’Italia". Una cooperazione che si estende anche al settore degli elicotteri e delle navi.

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L’obiettivo della missione italiana (che comprendeva anche i ministri degli Esteri Luigi Di Maio e della Transizione ecologica Roberto Cingolani, oltre al numero uno di Eni) è proprio l’incremento delle forniture di gas dal Paese africano (che già rappresenta il 31% del nostro import), con la riduzione della dipendenza dalla Russia, da cui arrivano 27 miliardi di metri cubi all’anno. Il viaggio ad Algeri, del resto, è il primo di una serie nell’agenda del premier: dopo Pasqua potrebbe essere la volta del Congo, poi Angola e Mozambico. "Subito dopo l’invasione dell’Ucraina – spiega Draghi – avevo annunciato che l’Italia si sarebbe mossa con rapidità per ridurre la dipendenza dal gas russo. L’accordo di oggi è una risposta significativa a questo obiettivo, ne seguiranno altri".

E, a spiegare i termini dell’intesa provvede il Ministro Cingolani: da Algeri avremo circa 3 miliardi di metri cubi in più di gas subito, altri 6 nel 2023 per arrivare a 9 miliardi l’anno successivo. Mentre il responsabile degli Esteri traduce: più gas dall’Algeria per tutelare famiglie e imprese. Il come, è presto detto. L’accordo tra il presidente di Sonatrach, Toufik Hakkar, e l’ad di Eni, Descalzi, "utilizzerà le capacità disponibili di trasporto del gasdotto (Transmed) per garantire maggiore flessibilità di forniture energetiche". Il rafforzamento dei rapporti con l’Algeria, del resto, si inserisce nel quadro della corsa del governo per diversificare le fonti di fornitura del gas. L’obiettivo è, entro l’inverno, riempire gli stoccaggi di 12 miliardi di metri cubi (più 4 di emergenza) per far fronte ai mesi freddi e il prima possibile, nell’arco di due-tre anni, emanciparsi dalla Russia. Il punto di partenza sono i cinque gasdotti che raggiungono l’Italia a Mazara del Vallo, in Sicilia (Transmed), a Melendugno, in Puglia (Tap), a Gela, in Sicilia (Greenstream), a Passo Greis, in Piemonte (Transitgas) e a Tarvisio, in Friuli (il Tag, da cui arriva il gas russo attraverso l’Ucraina). L’Algeria, in questo contesto, si appresta a diventare il primo fornitore di gas entro un biennio. Altri flussi aggiuntivi sono attesi dall’Azerbaigian attraverso il Tap. Baku si sarebbe impegnato a fornire altri 2,5 miliardi di metri cubi di gas. Forniture potrebbero arrivare anche dalla Libia, che attraverso Greenstream importa 3,2 miliardi di metri cubi, ma ha, secondo il governo, una capacità attualmente massimizzata. Sono sette i Paesi con cui l’Italia sarebbe in trattativa per nuove forniture.