CESARE
Cronaca

Più fondi per la sicurezza sul lavoro

Il convegno "Nuovi modelli di organizzazione del lavoro, digitalizzazione, intelligenza artificiale e nuovi rischi" mira a migliorare le condizioni di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Si discuterà di prevenzione, tecnologie digitali, leggi e investimenti. Un salto culturale è necessario per riconoscere l'importanza della prevenzione.

Damiano

Come si possono realisticamente migliorare le condizioni di tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro? È una domanda che è risuonata con fermezza nelle parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di fronte alla strage di Brandizzo: "Tutti quanti abbiamo pensato come morire sul lavoro sia un oltraggio ai valori della convivenza". Valori che sono il frutto di una cultura condivisa dall’intero corpo sociale e sui quali regge il nostro sistema democratico. Per questo la cultura della sicurezza si deve sempre più affermare e, per farlo, deve favorire la scelta degli investimenti in prevenzione e permeare i modelli organizzativi delle imprese, la progettazione dei processi produttivi e dei macchinari, incorporare le nuove tecnologie digitali e l’intelligenza artificiale e, di conseguenza, garantire la piena applicazione delle leggi che tutelano il lavoro. Può sembrare un percorso scontato, ma non lo è per nulla. A dimostrarlo è l’incapacità di ridurre quella tragica media di tre vite umane perse ogni giorno.

A questo ragionamento è stato dedicato il convegno “Nuovi modelli di organizzazione del lavoro, digitalizzazione, intelligenza artificiale e nuovi rischi: quali prospettive per l’obbligo di tutela della salute e della sicurezza”, che si è tenuto ieri alla Fiera di Ambiente Lavoro a Bologna, giunta alla 23esima edizione. Un appuntamento, patrocinato dalla Fondazione Marco Biagi, promosso dall’Osservatorio Permanente Ambiente Lavoro Sicurezza che è stato fondato da Deal, da Ambiente Lavoro, da Lavoro&Welfare e dallo Studio Labores. L’evento ha visto la partecipazione dei principali attori che si cimentano nel campo della salute e della sicurezza: le parti sociali, in rappresentanza del lavoro e dell’impresa; l’Inail, l’Ilo, l’Agenzia Europea per la Salute e la Sicurezza, l’Etui e Stellantis.

Il salto culturale che è necessario, lo ribadiamo, è quello di riconoscere nella prevenzione la chiave per affrontare seriamente il problema. A partire da una considerazione ovvia: è più conveniente, per tutti, prevenire piuttosto che risarcire il danno. Sotto il profilo umano, innanzitutto, e anche economico, considerato che il nostro Paese spende ogni anno il 3% del PIL a causa degli incidenti mortali, degli infortuni e delle malattie professionali.

È ovvio, quindi, che ogni centesimo che vada in prevenzione rappresenta l’acquisizione di un grande vantaggio umano, sociale ed economico.

Durante il convegno è stato anche presentato il primo Annuario dell’ambiente, della salute e della sicurezza sul lavoro 2023 dell’Osservatorio Permanente, dedicato a un’analisi delle principali novità, sotto il profilo legislativo e contrattuale, in materia di ambiente, lavoro e sicurezza.

Pochi giorni fa il ministro del Lavoro, Marina Calderone, si è impegnata a chiedere lo sblocco di una parte dei fondi accantonati dall’Inail presso la Tesoreria, che ormai ammontano a più di 37 miliardi di euro, al fine di potenziare i bandi che finanziano i piani di prevenzione delle imprese e per diminuire i premi assicurativi dell’INAIL a fronte di risultati che certifichino nelle aziende “zero infortuni”. Si tratta di un obiettivo che condividiamo e per il quale ci battiamo da lungo tempo. Fare un passo in avanti, dunque, ponendoci l’obiettivo di utilizzare le nuove tecnologie, la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale mettendole al servizio dell’uomo al fine di tutelarne l’integrità psicofisica: per un lavoro di qualità in una impresa di qualità.

Ex ministro del Lavoro, presidente dell’Associazione Lavoro&Welfare