di Alessandro Farruggia Uno spettro aleggia per la vecchia Europa. È lo spettro dell’escalation verso un conflitto diretto Nato-Russia, che da giorni si manifesta almeno nelle dichiarazioni e che il Cremlino scientemente agita per cercare di bloccare le consegne di armi all’Ucraina, che, unite alla determinazione dei soldati di Kiev, tanti problemi hanno creato alle truppe russe e ancor più rischiano di crearne nel futuro, visto che ora arrivano anche armi pesanti. Nel vertice di ieri nella base di Ramstein in Germania, convocato dagli Usa, ben 40 Paesi, ben oltre quelli Nato, si sono uniti a Washington per garantire un flusso di armi costante, coordinato a ogni livello proprio in Germania (nel centro di controllo Eucom per l’Ucraina a Stoccarda, presso il quartier generale del comando europeo degli Usa) e massiccio anche nel medio termine. Un flusso di armi che, come ha detto il capo del Pentagono Lloyd Austin, "vuole far vincere Kiev e ridimensionare Mosca". E che registra una "svolta senza precedenti" della Germania: il cancelliere Scholz ha annunciato l’invio di 50 carri armati anti aerei all’Ucraina. A fare imbufalire il Cremlino è questa presunta "guerra per procura" dell’Occidente e ancor più gli attacchi ucraini sul suolo russo. Londra oltretutto getta benzina sul fuoco con il viceministro alla Difesa James Happey che dichiara alla Bbc: "È interamente legittimo colpire il suolo russo con nostre armi, per colpire i profondità le linee di rifornimento degli invasori". Durissima la replica della portavoce del ministero degli Esteri russo: "Se il governo britannico considera legittimo l’uso da parte di Kiev di armi ricevute dall’Occidente per colpire in territorio russo – replica Maria Zacharova – la Russia potrebbe ritenere altrettanto legittimo prendere di mira quei Paesi i quali trasferiscono all’Ucraina armi". Una rappresaglia simile farebbe scattare l’articolo 5 del trattato Nato, significherebbe lo scontro diretto ...
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