Lunedì 15 Aprile 2024

Pioggia di missili russi sulle case A Kiev torna la strategia del terrore

Partiti dal Mar Caspio, sfiorata una centrale nucleare. Il miracolo della bimba estratta viva dalle macerie

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I soccorritori portano via la 34enne, mamma della bimba superstite, rimasta ferita

di Marco Principini

A tre settimane dagli ultimi missili sparati contro Kiev, l’Armata Rossa rimette nel mirino la capitale ucraina. La sveglia domenicale arriva con il boato di 14 missili X-101, in grado di volare per 5.500 chilometri, lanciati da bombardieri strategici decollati da una base sul Mar Caspio. Solo uno è intercettato dalla contraerea ucraina. In macerie edici civili e un asilo. Sei feriti, tra cui una bambina di sette anni estratta viva per miracolo assieme alla madre. Ma la piccola perde il padre, a quanto emerge l’unico deceduto del bombardamento. Il raid colpisce il distretto di Shevchenkivskyi, sede di un gruppo di università, ristoranti e gallerie d’arte. Altre aree della città finiscono sotto mira nel corso della giornata, per un totale di 200 unità abitative in pezzi secondo il bollettino del sindaco Vitali Klitschko.

La Russia reagisce a tono rivendicando la distruzione della fabbrica di missili Artyom, dimenticandosi però di aver già citato il bersaglio lo scorso 28 aprile nel raid di benvenuto al segretario generale Onu Antonio Guterres. La compagnia nucleare statale ucraina Energoatom ha inoltre denunciato che uUn missile russo è passato ad un livello considerato "criticamente basso" sopra a una centrale nucleare nell’Ucraina meridionale.

Agli osservatori internazionali non sfugge la ragione prioritaria dell’attacco. I missili su Kiev sono un chiaro segnale di sfida di Vladimir Putin ai leader del G7 riuniti da ieri in Baviera. L’offensiva del Cremlino intende tenere sotto pressione tutta l’Ucraina, non solo il Donbass. E per spedire un altro segnale di forza, Mosca mostra in tv e sui social la rassegna truppe del ministro della Difesa Sergei Shoigu, apparentemente calato in Donbass, dove il generale Gennady Zhidko sovrintende l’operazione. La Russia dichiara anche la distruzione di obiettivi militari nemici a Chernihiv, Zhytomyr e Lviv. Sul terreno, dopo aver preso il controllo di Severodonetsk, Shoigu punta alla resa di Lysychansk. Secondo i separatisti che combattono al fianco dei russi ci vorranno circa dieci giorni. Nel frattempo l’esercito invasore sta rafforzando il contingente per Sloviansk, una delle principali città del Donetsk ancora sotto il controllo di Kiev. "Stanno ammassando soldati, veicoli corazzati pesanti e artiglieria", riferisce il governatore Pavlo Kyrylenko. Il timore, ma sarebbe meglio dire la certezza, è che Mosca replichi la stessa tattica distruttiva utilizzata a Mariupol e Severodonetsk.

Intanto si viene a sapere che a Mariupol, dall’inizio dell’invasione russa, è bloccato in porto una nave mercantile di proprietà di un armatore italiano. Si tratta della Tzarevna che, dal 24 febbraio scorso, è ferma in porto con tutti e 13 uomini dell’equipaggio, confiscata dalle milizie filorusse che hanno preso il controllo definitivo della città il 20 maggio scorso. La Tzarevna batte bandiera di Malta, ma è di proprietà della compagnia di navigazione genovese Cosulich. Augusto Cosulich, il presidente del gruppo, ha riferito a diverse agenzie di stampa che sono in corso trattative con le autorità locali per sbloccare la situazione, anche tramite il sostegno del Ministero degli Esteri italiano.