Martedì 16 Aprile 2024

Pioggia di dichiarazioni, virologi alla riscossa

Scomparsi dagli schermi con l’inizio della conflitto in Ucraina, gli esperti sono subito tornati a dispensare consigli e pareri

di Massimo

Donelli

C’è un virus di ritorno. Quello che ha impestato per due anni giornali, TV, radio, Instagram, Facebook, TikTok. E che, distratti dalla guerra, avevamo dimenticato. Anzi, a dire il vero, lo davamo per morto.

Invece no. Perché il Virologus Vanitosus Mediaticus (VVM), virus parassita, partorito a Wuhan in un pippistrello cinese e azzannato a Mariupol da un orso russo, è risorto a Lagos in una scimmia nigeriana. E ora, nutrendosi di talk show, esploderà di nuovo. Che fare? La sola arma capace di sconfiggerlo è il telecomando. Qui, infatti, non serve l’appoggio della NATO, ma quello dell’Auditel.

Ascolti bassi, bassissimi, con flop a ripetizione: la mortificazione mediatica è l’unico farmaco che può spazzar via il VVM. In tutte le sue varianti: pregliascus, bassettus, violas, lopalcus, gismondas, gallicus…

Ma bisogna correre. L’urgenza di intervenire, infatti, è evidente da ieri, quando è bastato un flash d’agenzia sul Monkeypox, il Vaiolo delle scimmie, a ri-scatenare la pandemia.

Per rispetto dei loro famigliari e per non alimentare il virus, goloso di popolarità, evitiamo di fare i nomi dei contagiati. Che, mentre ancora si cerca di capire se il Monkeypox possa stroncare gli esseri umani o no, hanno già ricominciato a straparlare.

Uno ha scelto la modalità grillina del dire e contraddire: "Niente panico, ma uno studio vigile della situazione". Un altro se l’è presa con Cip e Ciop: "La eventualità più probabile è che la trasmissione del virus del Vaiolo delle scimmie sia partita da un contatto con animale infetto importato da zone endemiche, come gli scoiattoli".

Un terzo ha indossato faccia di tolla e divisa da pompiere: "Prima che si alzi un nuovo polverone mediatico e si dia il via ai puntuali commenti discriminatori e complottisti, cerchiamo di capire di cosa si tratta".

Un quarto, dopo aver fatto i rebus de La Settimana Enigmistica (e forse trangugiato un quartino), ha incomprensibilmente sentenziato: "Bisogna individuare le interconnessioni mancanti per riuscire a immaginare la diffusione".

Una quinta, calendario alla mano, ha già dato i numeri: "Bambini e adulti nati dopo il 1981 sono più a rischio".

Insomma, siamo daccapo. Come in un incubo. Perciò, vi scongiuro: prendete il telecomando e floppateli, floppateli, floppateli! Ok?