di Viviana Ponchia Nel corpo del professor Piero Picchio al posto della ghiandola della vergogna c’è la ghiandola del narcisismo. Questo luminare che disprezza chiunque non conosca l’addizione nucleofila si è impossessato di Leonardo Manera nel mezzo della pandemia. Un virologo egocentrico e invasato dentro un comico mite e generoso. Dalle frequenze di Radio24, contenuto per quanto possibile da Alessandro Milan, ha fatto di tutto per confonderci le idee e farci tremare di paura. Non contento, semina altro panico da un palcoscenico (Homo Modernus va in scena al Cinema Mexico di Milano dal 27 febbraio). Ma a che cosa ci serve un virologo adesso che la pandemia è agli sgoccioli? "Ignorante. La pandemia non finirà mai. È solo un’ipotesi non confermata che fate voi giornalisti incompetenti. Arriveranno nuove varianti sempre più contagiose e pericolose. Nel frattempo, state a casa". Siete diventati il faro che illumina questi tempi bui. Ma non è un po’ invidioso dei suoi colleghi che vanno dalla Gruber e dalla Palombelli a parlare di Ucraina e referendum? "Invidioso io? Credo che nessuno ne possa sapere più di me. E comunque la cosa importante è che la competenza della categoria venga riconosciuta in tutti i settori. Dovreste ringraziarci, abbiamo portato il pensiero televisivo a un altro livello. Perché siamo molto più che medici. Io l’anno prossimo interpreterò tre film: "Virologia col vento", "Covidland" e "A qualcuno piace Covid". Verrà un mondo dove ogni anno al posto della notte degli Oscar ci sarà la notte dei virus presentata da Antony Fauci. E la giuria di Sanremo sarà composta da epidemiologi". La credibilità di una boiata è direttamente proporzionale al potere di chi la dice. Non è che state approfittando del vostro potere? "Lei è una persona sgradevole. Se vuole un parere scientifico sulla crisi ucraina oltre a quello del collega Galli, le dò ...
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