Rimini, 12 maggio 2025 - L'inchiesta sul delitto di via del Ciclamino è chiusa. La parola 'fine' sull'indagine cominciata ormai più di un anno e mezzo fa è arrivata alle 15 in punto, quando la procura (pm Daniele Paci) ha notificato agli avvocati di Louis Dassilva il cosiddetto 415bis, ossia l'atto con cui si dichiarano chiuse le indagini preliminari. E sulla scorta di un giallo che in oltre un anno e mezzo di tempo non ha mai mancato di riservare sorprese, anche nel documento che fa da anticamera alla richiesta di rinvio a giudizio per il 35enne senegalese accusato di aver ucciso Pierina Paganelli non manca una novità.

Ed è un colpo di scena che complica ancora di più la posizione dell'indagato per il quale l'accusa appunto è stata articolata dall'autorità giudiziaria in omicidio volontario pluriaggravato anche dalla premeditazione. Un elemento del tutto inedito, dal momento che quando venne arrestato Dassilva, il 16 luglio scorso, le aggravanti si 'limitavano' ai motivi abbietti, la crudeltà nei confronti della vittima e all'aver commesso il fatto in orario notturno e approfittando delle condizioni di tempo e di luogo e di persona tali da ostacolare la privata difesa.
Nel primo mosaico accusatorio, insomma, l'idea degli investigatori è che Dassilva avesse agito d'impeto. Mentre ora, dopo più di un anno e mezzo di indagini, la procura ha aggiunto anche la premeditazione e quindi un disegno criminoso sullo sfondo dell'omicidio: di quelle 29 coltellate che secondo l'accusa avrebbe scagliato proprio Dassilva contro l'anziana 78enne, il 3 ottobre 2023 nel sotterraneo di via del Ciclamino 31.