Piergiorgio Odifreddi "Portò la scienza in tv Era la nostra voce"

Piergiorgio Odifreddi, che importanza ha avuto Piero Angela nella divulgazione televisiva?

"Importantissima da un punto di vista storico, culturale, sociale. Angela non era uno scienziato, e lo sapeva, ma è riuscito effettivamente a trovare la voce giusta per spiegare cose complesse. Era il principe della divulgazione italiana, con tutti i vantaggi e gli svantaggi dei principi".

Ma con qualche merito?

"Assolutamente sì. La maggior parte degli italiani non scienziati identificano la scienza con lui e quel poco o tanto che sanno lo devono ai suoi programmi. E non dimentichiamo i libri con i quali ha raggiunto un pubblico diverso".

Una figura eroica, quindi?

"Il dio Ermes della scienza, il suo ermeneuta, l’intermediario con la dote che pochi hanno di sapere di non sapere, ma con la quale offriva il suo servizio alla gente. Grazie anche al mezzo televisivo che padroneggiava come pochi, per esempio parlando meno di matematica che anche in tv è una materia assai ostica".

Una persona con idee innovative, comunque?

"Certo, fare conoscere il mondo stando seduti a casa è un grande pregio, magari il figlio Alberto, laureato in biologia, potrebbe dare un contributo più tecnico, ma va benissimo così".

Lei e Piero Angela avete lottato contro le fake news…

"In realtà fu lui con il grande fisico Tullio Regge a fondare il Cicap per controllare i fenomeni del paranormale e non cedere a leggende e superstizioni. Anche in questo caso ha dimostrato la sua grandezza nel binomio fra grande scienziato e chi sapeva tradurre il messaggio degli dei alla gente, sempre che gli scienziati siano dei".

Interprete di una cultura scientifica che sennò non si sarebbe diffusa?

"Diciamo che Dulbecco, la Levi Montalcini, Rubbia non avevano la sua capacità divulgativa".

Una sorta di maestro Manzi per la scienza?"

"Manzi lottava contro l’analfabetismo in senso generale, Angela contro l’analfabetizzazione scientifica. Ce ne vorrebbe uno per la musica, siamo un paese di mandolini ma senza preparazione".

r. j.