Covid, piano vaccini. Arcuri: "A fine gennaio 3,4 milioni di dosi. Prima a ospedali e Rsa"

Il commissario per l'emergenza alle Regioni: "Predisporre strutture per conservare e somministrare vaccini"

Il commissario all'emergenza Covid Domenico Arcuri (Ansa)

Il commissario all'emergenza Covid Domenico Arcuri (Ansa)

Roma, 18 novembre 2020 - Il commissario per l'emergenza Domenico Arcuri si porta avanti e inizia a muovere i primi passi nella predisposizione del piano vaccini anti Coronavirus, con una mail, comunicata dall'Adnkronos, inviata ai presidenti delle regioni e, per conoscenza, ai ministri della Salute e degli Affari regionali. "Come noto - si legge nella comunicazione -, l'Italia ha aderito all'iniziativa dell'Ue per l'acquisto del più ampio portafoglio possibile di vaccini" e i primi "potrebbero essere disponibili già a partire dai primi mesi del prossimo anno". "In particolare - scrive Arcuri - il vaccino Pfizer, il cui iter di validazione sembra essere, ad oggi, il più avanzato, permetterebbe all'Italia di disporre già dal fine gennaio 2021 di circa 3,4 milioni di dosi da somministrare a 1,7 mln di persone. E' necessario, pertanto, scegliere il target di cittadini a cui somministrare le prime dosi disponibili". Su questo, il commissario non ha dubbi: "Appare prioritario - scrive - salvaguardare quei luoghi che nel corso della pandemia hanno rappresentato il principale canale di contagio e diffusione del virus", a partire da "gli ospedali e i presidi residenziali per anziani".

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Il commissario è entrato poi nei dettagli, specificando come avverrà la consegna delle dosi e le caratteristiche di conservazione e di somministrazione del vaccino: "Le caratteristiche di consegna di questo primo vaccino prevedono, per garantire la sua integrità, che questo sia consegnato esclusivamente dal fornitore direttamente ad ogni punto di somministrazione (in apposite borse di conservazione contenenti, al massimo, 5 scatole da 975 dosi ciascuna) - scrive Arcuri -. Le caratteristiche di conservazione, inoltre, di queste prime dosi di vaccino, prevedono che lo stesso possa essere mantenuto per: 15 giorni dalla consegna nelle borse di conservazione del fornitore; 6 mesi, qualora si disponga di celle frigorifere a temperatura -75°C+-15°C". "Le caratteristiche di somministrazione - si legge ancora nel documento - prevedono che il vaccino vada utilizzato al massimo entro 6 ore dall'estrazione dalle borse o dalla cella di conservazione. Si consideri inoltre che ogni fiala di vaccino contiene 5 dosi".

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Il testimone passa quindi in mano alle Regioni. "Le Regioni - continua Arcuri - devono iniziare a lavorare sul piano vaccino anti-Covid, iniziando già ora a individuare le strutture più idonee. Le comunicazioni, puntuali, dovranno essere inviate entro il 23 novembre". Entro questa data le Regioni devono comunicare "per ogni provincia, il numero e la denominazione dei presidi ospedalieri all'interno dei quali si ritiene utile che il vaccino venga consegnato e somministrato; tale presidio ospedaliero dovrà essere in condizione di vaccinare almeno 2.000 persone" o "più persone ma con multipli di 1000 in 15 giorni". Per ogni presidio ospedaliero così individuato, conclude Arcuri, "il numero di personale operante al suo interno, a qualunque titolo; il numero di personale sanitario e sociosanitario operante nel territorio, che potrà raggiungere il presidio ospedaliero in non più di 30-60 minuti; la disponibilità al loro interno di congelatori" con caratteristiche tali da consentire la conservazione del siero ed il "relativo volume di spazio disponibile". 

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