Piano Ue: navi per scortare il grano Il Cremlino ora apre, prove di dialogo

Al telefono Putin avverte Macron e Scholz: pronto a trattare ma basta armi a Kiev. Italia esclusa dal colloquio

di Alessandro Farruggia

La linea del dialogo, tra dichiarazioni contrastanti del presidente Putin e pressione europea, si ritaglia un suo spazio anche se i colloqui diretti restano congelati e l’ipotesi di un cessate il fuoco rimane lontana. Nella prima conversazione telefonica a tre da metà marzo, Vladimir Putin, il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliete tedesco Olaf Scholz hanno dialogato per 80 minuti. L’Italia resta al palo. Dopo la bocciatura da parte di Mosca del nostro piano di pace, è il solo asse franco tedesco a guidare la politica estera della Unione. Con tre obiettivi: sbloccare la crisi del grano che rischia di creare un dramma umanitario in Medio Oriente ed Africa; avviare uno scambio di prigionieri partendo dai 2.500 dell’Azovstal e di altrettanti russi; arrivare a cessate il fuoco localizzati. Le risposte del Cremlino sono state contraddittorie, ma senza chiusura globale.

Nel colloquio, ha informato Mosca, "il presidente Putin ha spiegato le vere ragioni della crisi alimentare, che vanno trovate nelle poltiche e nelle sanzioni occidentali", ma ha anche detto che "la Federazione Russa è pronta a cercare modi per non ostacolare l’esportazione di grano, anche dai porti del Mar Nero". "Putin ha promesso di accordare un accesso delle navi per l’esportazione di cereali al porto di Odessa – ha confermato l’Eliseo – senza che esso sia utilizzato militarmente dalla Russia, a condizione che il porto stesso sia in precedenza sminato".

Olaf Scholz ed Emmanuel Macron "hanno insistito per l’immediato cessate il fuoco e il ritiro delle truppe russe e per un impegno serio in negoziati con il presidente Zelensky", ha riferito il portavoce del governo tedesco, Steffen Hebeshtreit. Su un punto hanno avuto un’apertura da Putin che ha genericamente detto di essere "pronto a riprendere il dialogo con Kiev" tesi che Mosca ripete da giorni addossando pero a Zelensky la mancanza di una speculare volontà. Putin ha colto l’occasione anche per tuonare contro l’invio di armi a Kiev. "La fornitura di armi all’Ucraina da parte dell’Occidente – ha detto – rischia di creare un’ulteriore destabilizzazione". E il colloquio si è concluso. "Putin, Macron e Scholz hanno deciso di restare in contatto telefonico", fa però sapere il portavoce del Cremlino. Ci si parla ed è già qualcosa.

Nella Ue, anche per fare pressione su Mosca, si vorrebbe inserire nelle conclusioni del prossimo vertice europeo un passo nel quale si dice che la Ue è disponibile a scortare le navi che portano grano nel Mar Mero, infestato di mine e presidiato da sottomarini e navi russe. Lo riporta El Pais citando fonti europee in vista del vertice di domani a Bruxelles, dove, ricorda il quotidiano spagnolo, sarà affrontata la crisi del grano. Nelle conclusioni della bozza del vertice, visionate dal Pais, si "condanna severamente la distruzione e l’appropriazione illegale della produzione agricola ucraina da parte della Russia" e si chiede a Mosca di "porre fine al limite massimo consentito di esportazione di generi alimentari". E fin qui, niente di strano.

Il punto delicato è ipotizzare una missione navale per proteggere le navi che portano il grano. Secondo ambienti militari a Bruxelles, l’ipotesi sarebbe fattibile solo con il consenso russo, perchè nessuna missione militare occidentale potrebbe garantire la protezione contro una salva di missili antinave o dei siluri russi, che, causando una analoga e contraria risposta armata contro unità russe, porterebbe ad uno scontro diretto Nato-Russia. L’ipotesi va quindi letta come una pressione su Mosca.

Sul campo, nel Donbass, la principale novità è che, secondo quanto annunciato nella notte dal leader della Cecenia, Ramzan Kadyrov, sul suo canale Telegram (citato dalla Tass), Severodonetsk è sotto il suo "completo controllo". "La città – ha detto – è stata liberata. I residenti possono stare tranquilli: d’ora in poi non saranno più in pericolo". I russi erano alla periferia nord est di Severodonetsk da giorni, ma l’ipotesi di una ritirata tattica per non fare intrappolare i 10mila soldati ucraini che la difendono era stata a lungo scartata. Conquistata Lyman venerdì, i russi hanno tentato ieri anche un’offensiva verso Sloviansk, ma sono stati bloccati dopo pochi chilometri e sono tornati indietro attestandosi a difesa di Lyman. Nel sud si segnala un’offensiva ucraina verso Kherson, che ha liberato qualche villaggio. Bombe e missili intanto su mezza Ucraina. La guerra continua e non finirà presto.