La piadina romagnola conquista anche lo spazio

Immortalata nella stazione che ospita l’astronauta italiana

Samantha Cristoforetti e i colleghi astronauti mangiano la piadina nella Stazione spaziale internazionale.  A destra la piada che finì nello spazio 10 anni fa

Samantha Cristoforetti e i colleghi astronauti mangiano la piadina nella Stazione spaziale internazionale. A destra la piada che finì nello spazio 10 anni fa

Rimini, 28 novembre 2014 - Una piadina Romagnola spaziale. E non vuole essere solo un banale complimento. Perché la piadina nello spazio c’è volata veramente. Non sappiamo con che cosa abbiano deciso di farcirla, ma una cosa è certa: in questi giorni nella Stazione spaziale internazionale (Iss), quella che ospita l’astronauta italiana Samantha Cristoforetti, si mangia proprio quello che una volta veniva definito il ‘pane dei poveri’. In assenza di gravità e facendo ben attenzione a non spargere troppe briciole nella navicella, la prima donna italiana nello spazio e i suoi colleghi, il russo Anton Shkaplerov e l’americano Terry W.Virts, hanno filmato il primo pasto mettendo in bella mostra la piadina.

«Quando avevamo ideato il progetto del tour della Piadina Romagnola in quattro capitali europee, in programma nel 2015 – rivela sorridendo il presidente del Consorzio di promozione della Piadina Romagnola, Elio Simoni – avevamo pensato a qualcosa di grande. Ma mai ci saremmo aspettati qualcosa di così grandioso. Battute a parte, in realtà non è la prima volta che la Piadina Romagnola viaggia nello spazio». E’ stata infatti un’azienda riccionese, l’Adp di Simoni che oggi fa naturalmente parte del Consorzio, ben dieci anni fa a produrre una speciale tipologia per la missione della Nasa Soyuz-Tma-8S. «Gli astronauti dovevano rigorosamente rispettare la dieta mediterranea – spiega Simoni che ricorda bene quell’evento ‘storico’ – e così nel panel di prodotti era stata inserita la Piadina Romagnola, leggermente modificata per le ovvie condizioni determinate dal particolare ambiente del consumo.

«Ma in realtà non c’erano state troppe modifiche – rivela Simoni – Non strutto, ma olio d’oliva. All’epoca servivamo un grosso cliente che sponsorizzava la missione. L’idea è nata così e la piadina è davvero l’ideale per i viaggi nello spazio». Riconoscimenti continui per ‘il pane nazionale dei romagnoli’ – così lo definì il poeta Giovanni Pascoli – che appena qualche settimana fa, precisamente nei primi giorni di novembre, ha ottenuto la registrazione come Indicazione geografica protetta (Igp) con un’etichettatura specifica anche per quella alla Riminese. Non resta che sedersi a tavola in Romagna, ma anche nello spazio.