Più telelavoro, negozi aperti dalle 10,15 Milano prepara davvero il ritorno a scuola

Dal 7 gennaio cambia la mobilità. L’obiettivo è svuotare i mezzi pubblici per far posto agli studenti. Aggiunti 150 pullman

di Giambattista Anastasio

e Nicola Palma

Apertura dei negozi dopo le 10.15. Servizi bancari, finanziari e assicurativi dopo le 9.30, così come parrucchieri, estetisti e uffici pubblici. Smart working da potenziare, specie negli uffici direzionali e amministrativi (obiettivo del 60%). Milano cambia la sua routine per consentire al 75% degli studenti delle superiori di rientrare in aula dal 7 gennaio, con campanella alle 8 per il 50% e alle 9.30 per il restante 25%. Chiaro l’obiettivo del piano operativo "Per tornare in classe", predisposto dal prefetto Renato Saccone: svuotare i mezzi pubblici di lavoratori per compensare il surplus di ragazzi che torneranno a salire su metrò e autobus di superficie. "Un patto per la scuola", l’ha definito Saccone.

Il posticipo degli orari riguarda le attività di vendita al dettaglio non alimentare, a eccezione di edicole, tabacchi, farmacie e parafarmacie: stiamo parlando di abbigliamento, calzature, librerie, gioiellerie, profumerie, erboristerie, rivendite di elettrodomestici e arredamento. Si pensa, invece, a un anticipo alle 8 per le aziende manifatturiere, mentre professionisti e consulenti dovranno iniziare dopo le 10 (clienti su appuntamento e smart working al 50%). Se alcune delle misure verranno stabilite con un’ordinanza del sindaco Giuseppe Sala (negozi al dettaglio, uffici pubblici e servizi alla persona), il resto si concretizzerà se le parti sociali accetteranno "il patto per gli studenti". "Io sono decisamente favorevole a un po’ di ripensamento degli orari della città – ha chiarito ieri Sala –. Mi chiedo se queste misure siano temporanee o se possano essere un esempio di quello che la nuova città, con i nuovi tempi, proporrà ai milanesi".

Gli esperti del Dipartimento di Ingegneria gestionale del Politecnico, che hanno analizzato i flussi di passeggeri nelle ore di punta, hanno spiegato che la riapertura delle scuole comporterà 87mila spostamenti in più (43.500 tra le 7 e le 8 e 22mila tra le 8.30 e le 9.30). Il cambio di orario per diverse attività genererà di contro spostamenti posticipati per 31.600 lavoratori dalla fascia 7-9 a quelle successive (più 32.500 utenti collegati). L’altra leva decisiva è il lavoro da casa: una variazione al rialzo di 10 punti percentuali vale 37.500 spostamenti, pari al 50% del numero di studenti delle superiori (38mila). Risultato: le condizioni previste dal documento porteranno a un sostanziale equilibrio tra incremento e riduzione degli spostamenti tra le 7 e le 8; nella fascia 8-9, storicamente la più critica per il metrò, ci sarà una riduzione consistente di richiesta (-45.900 persone), "il che – hanno sottolineato i tecnici – è perfettamente coerente con l’obiettivo non solo di garantire la sicurezza, ma anche la percezione di sicurezza".

Il tema università verrà affrontato in una seconda fase: al momento gli iscritti non gravano sui trasporti, perché svolgono le lezioni interamente a distanza, ma nel piano si afferma che "tra le misure possibili si raccomanda la programmazione in presenza, per il secondo semestre del presente anno accademico, a partire dalle 10".

Lo schema sarà replicato anche nelle altre province lombarde, seppur con alcune varianti: studenti scaglionati su due turni a Lodi, con un intervallo di 90 minuti; stesso schema a Pavia, con ingresso posticipato per il 20% degli alunni. Ovviamente, tutto passerà da un ulteriore potenziamento del servizio da parte delle aziende del trasporto pubblico. L’azienda di trasporto del capoluogo ha recuperato 100 bus aggiuntivi da società private e ha rimesso in strada una cinquantina di mezzi propri destinati alla dismissione. Un’iniezione di vetture che consentirà, dal 7 gennaio, di mettere in strada ogni giorno 60 navette dedicate agli studenti per il collegamento tra i principali istituti superiori e le stazioni della metropolitana. Trenord ha invece rimodulato il servizio dei treni regionali offrendo, nel nodo di Milano, 21mila posti in più al giorno.