Peste suina in Italia, cos'è e come si trasmette. Ci sono pericoli per l'uomo?

Quello che c'è da sapere sul virus che ha fatto scattare il divieto di caccia e trekking in Piemonte e Liguria

Allevamento di suini (Ansa)

Allevamento di suini (Ansa)

Roma, 14 gennaio 2022 - La peste suina africana allarma l'Italia. Il contagioso virus, che colpisce suini e cinghiali è stato riscontrato in Piemonte e LiguriaNon è pericoloso per l'uomo, ma crea ingenti danni agli allevamenti e all'economia. Per frenarne la diffusione i ministri Stefano Patuanelli e Roberto Speranza hanno firmato un'ordinanza che vieta in 114 comuni interessati la caccia. Divieti anche per raccolta dei funghi e tartufi, la pesca, il trekking, la mountain bike. 

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Vediamo assieme, aiutandoci con le informazioni trasmesse dal ministero della Salute, cos'è la peste suina e i divieti imposti. 

Sommario

Cos'è 

La peste suina africana (PSA) è una malattia virale, altamente contagiosa e spesso letale, che colpisce suini e cinghiali. Non è trasmissibile agli esseri umani. La malattia si diffonde direttamente per contatto tra animali infetti oppure attraverso la puntura di vettori (zecche). La trasmissione indiretta si verifica attraverso attrezzature e indumenti contaminati oppure con la somministrazione ai maiali di scarti di cucina contaminati o lo smaltimento di rifiuti alimentari, specie se contenenti carni suine, in modo non corretto.

Sintomi

I sintomi principali negli animali colpiti sono: febbre, perdita di appetito, debolezza del treno posteriore con conseguente andatura incerta, difficoltà respiratorie e secrezione oculo-nasale, costipazione, aborti spontanei, emorragie interne ed emorragie evidenti su orecchie e fianchi. Il virus circola associato ad alcuni tipi di cellule del sangue, causando la sintomatologia che conduce inevitabilmente al decesso dell’animale, spesso in tempi rapidissimi.

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Gli animali che superano la malattia possono restare portatori del virus per circa un anno, giocando dunque un ruolo fondamentale per la persistenza del virus nelle aree endemiche e per la sua trasmissione. Il virus è dotato di una buona resistenza in ambiente esterno e può rimanere vitale anche fino a cento giorni sopravvivendo all'interno dei salumi per alcuni mesi o resistendo alle alte temperature. Nel sangue prelevato è rilevabile fino a 18 mesi.

Peste suina e uomo

Sebbene sia altamente contagiosa e spesso letale per gli animali, la peste suina non è pericolosa, dal punto di vista sanitario, per l'uomo. Crea però ingenti danni economici: i casi riscontrati tra Piemonte e Liguria hanno attivato misure precauzionali alle frontiere di Svizzera, Kuwait e in Oriente (Cina, Giappone e Taiwan) dove è stato dato un temporaneo stop, come ha annunciato Confagricoltura, all'import di carni e salumi made in Italy. In ballo esportazioni, secondo stime Cia-Agricoltori Italiani, che si attestano su 1,7 miliardi di euro.

Regioni interessate 

Il primo caso è stato rilevato in una carcassa di cinghiale rinvenuta nel Comune di Ovada, in Provincia di Alessandria (Piemonte). A questo sono seguiti altri casi sia nello stesso Piemonte sia in Liguria. Massima allerta anche nelle confinanti Emilia-RomagnaLombardia e Toscana. In precedenza in Italia la malattia era presente, fin dal 1978, unicamente in in Sardegna.

I divieti

I ministri Stefano Patuanelli e Roberto Speranza hanno firmato un'ordinanza per frenare l'epidemia nei territori colpiti (114 Comuni di cui 78 in Piemonte e 36 in Liguria). La caccia ordinaria è vietata, in quanto comporta grandi spostamenti di animali, che potrebbero diffondere la malattia. Lo stop riguarda tutte "le attività venatorie di qualsiasi tipologia", fatto salvo quella di selezione al cinghiale "ammessa come strumento per ridurre la popolazione in eccesso e rafforzare la rete di monitoraggio sulla presenza del virus". Nell'area sono anche vietate "la raccolta dei funghi e tartufi, la pesca, il trekking, lmountain bike e le altre attività di interazione diretta o indiretta coi cinghiali infetti o potenzialmente infetti". 

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Le disposizioni sono efficaci per 6 mesi a decorrere da tale data e "si applicano anche alle regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione".