Peste suina africana, il commissario: "Troppi cinghiali, situazione fuori controllo"

Audizione alla Camera. I numeri: 126 casi identificati tra Piemonte e Liguria, 12 nella zona di Roma. Firmata ordinanza con restrizioni in Emilia Romagna. La 'diga' della arterie autostradali

Peste suina, un branco di cinghiali (Ansa)

Peste suina, un branco di cinghiali (Ansa)

Roma, 25 maggio 2022 - Angelo Ferrari, commissario straordinario per la peste suina africana (Psa), traccia il bilancio nell'audizione alla Camera sulle problematiche del comparto agricolo connesse all'emergenza. Al 24 maggio - dice - sono 126 i casi identificati di peste suina in 29 comuni coinvolti nella zona infetta compresa tra Piemonte e Liguria, 75 carcasse di cinghiali ritrovate in provincia di Alessandria, 51 in provincia di Genova. La maggior parte dei casi, ha spiegato Ferrari, "sono stati individuati in un ampio corridoio centrale di circa 743 kmq, delimitato da A26 e A7. I tratti autostradali hanno costituito una barriera di rallentamento del fronte epidemico. Da parte del gestore delle autostrade sono in corso lavori per rafforzare le recinzioni per impedire l'attraversamento dei cinghiali. Una seconda barriera è in fase di progettazione e realizzazione. La sua ubicazione terrà conto della posizione dei focolai e della velocità stimata del fronte epidemico".

La zona di Roma

Capitolo Lazio. "A Roma c'è un focolaio primario. Quindi non è una gemmazione di quello ligure o piemontese. Il primo caso a Roma si è avuto il 27 aprile. Ad ora sono confermati 12 casi", spiega Ferrari. "Abbiamo il Raccordo anulare - ha aggiunto - che sta fornendo una barriera, che viene rafforzata con dei lavori in corso. E si spera bloccherà la fuoriuscita da Roma Nord" del fronte epidemico, individuato nel Parco dell'Insugherata.

Gli allevamenti di suini

Per il momento tutto ok nelle aziende. "Nell'allevamento dei suini a oggi non abbiamo nessun suino infetto" dalla peste suina: "E' molto importante l'aspetto della biosicurezza. Ma abbiamo una situazione di gravità e chiusura di alcuni Stati, che è un danno già indiretto al comparto". La malattia - afferma - "va affrontata con un occhio molto attento alla gestione del selvatico e un altro altrettanto attento alla gestione del mondo produttivo suino, che in Italia ha un peso importante", ha spiegato.

"Troppi animali selvatici"

Il commissario sottolinea che "quello che ora preoccupa molto è l'altissima concentrazione dei selvatici che abbiamo sul territorio nazionale. Bisogna arrivare a un numero gestibile di cinghiali: la situazione oggi è un po' fuori controllo". È per questo - ha chiarito - "che sono stati predisposti i piani regionali di abbattimento, che dovrebbero incrementare in maniera notevole il ridimensionamento delle popolazione dei cinghiali, che è al di sopra di tutti i limiti contenibili del Paese: i danni che le Regioni hanno solo per attività recate dai cinghiali sono elevatissimi, quindi le Regioni sono tenute a rivedere i loro piani di abbattimento andandoli a incrementare in maniera importante".

"Nelle aree infette - ha spiegato - avviene invece un piano di eradicazione, che ha un aspetto sanitario. Così come è necessario dover abbattere e macellare i suini per evitare il passaggio della malattia, dobbiamo effettuare un abbattimento selettivo dei cinghiali nelle zone infette. I piani di eradicazione devono essere effettuati molto più velocemente". 

Ordinanza in Emilia-Romagna

E proprio in queste ore un'ordinanza che adotta immediatamente misure per controllare la diffusione della peste suina e proteggere i suini allevati è stata firmata dal presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Le misure adottate, previste da un provvedimento nazionale del commissario straordinario, riguardano in prima istanza il territorio dei Comuni di Zerba e Ottone, in provincia di Piacenza, che fanno parte della zona di restrizione istituita dal regolamento della Commissione europea. L'Emilia-Romagna, al momento considerata indenne dalla peste suina africana dalla stessa Ue, ha deciso di adottare misure urgenti per prevenire la malattia, in particolare nella zona del Piacentino perché a contatto con la zona di restrizione dove sono presenti i casi confermati.