Peste suina, si preparano gli abbattimenti di cinghiali

I governatori di Piemonte e Liguria a Roma. Si chiedono verifiche sulle barriere autostradali

Allarme peste suina fra i cinghiali selvatici (Archivio)

Allarme peste suina fra i cinghiali selvatici (Archivio)

Roma, 21 gennaio 2022 – Aumentano i casi di peste suina, e martedì i governatori di Piemonte e Liguria Alberto Cirio e Giovanni Toti saranno a Roma per presentare il piano di interventi regionali per fronteggiare l’epidemia.

“Abbiamo campionato 65 cinghiali, 12 dei quali, tutti nella ‘zona infetta’, sono risultati positivi al test della peste suina africana. Abbiamo in corso 4 analisi, i restanti 49 casi sono negativi”, riporta l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte Luigi Icardi dopo l’incontro di ieri sera coi rappresentanti delle aziende agricole piemontesi.

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La Regione Piemonte intanto punta a circoscrivere “l’effettiva area di circolazione del virus”, cosa che come sottolinea l’assessore “contiamo di poter fare nel giro delle prossime due settimane”, in modo da “procedere con le misure di isolamento della zona interessata”. Dentro l’attuale zona infetta “avvieremo- spiega Icardi - il depopolamento dei suini domestici degli allevamenti allo stato brado e famigliari”, ossia quelli che hanno più rischi di entrare in contatto con i cinghiali, mentre “non interverremo- precisa- sugli allevamenti convenzionali”, in quanto “garantiscono sufficienti condizioni di biosicurezza”.  La Regione Piemonte ha già chiesto al Governo “un primo stanziamento di 100 milioni di euro” per chi “nell’immediatezza avrà ripercussioni negative sulla propria attività”.

Il monitoraggio

“Stiamo procedendo con il monitoraggio a tappeto delle carcasse di cinghiale su tutto il territorio piemontese”, chiarisce  Icardi. E spiega che “tra domani e domenica nella ‘zona infetta’ saranno impegnate oltre 500 persone tra agenti della Provincia di Alessandria e dell’Ambito territoriale di caccia, carabinieri forestali, agricoltori e volontari della Protezione civile, per setacciare palmo a palmo l’intero territorio alla ricerca di carcasse animali, con il coordinamento dell’Unità di crisi e del commissario per l’emergenza peste suina africana della Provincia di Alessandria, Giorgio Sapino”.

L'abbattimento

“A febbraio - aggiunge Icardi - non appena sarà definito con esattezza il perimetro di delimitazione della zona infetta, verranno avviate le operazioni di depopolamento dei cinghiali all’esterno dell’area. Secondo le indicazioni del Piano nazionale per l’eradicazione dell’epidemia, si stima che in Piemonte andrebbero abbattuti in un anno circa 50mila cinghiali. Un’azione che per essere maggiormente efficace andrà inserita in un contesto interregionale, per il quale il Piemonte ha già chiesto al Governo la nomina di un commissario ad hoc, proponendo l’attuale direttore dell’Istituto sperimentale zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, Angelo Ferrari”.

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Autostrade

Dal vicepresidente e assessore ligure Alessandro Piana arriva intanto la richiesta a Autostrade per l'Italia di verificare l’integrità delle barriere a protezione delle carreggiate autostradali nell’area ‘rossa’ ovvero dove si concentrano i casi già accertati di peste suina per contenere i cinghiali e evitare il propagarsi della malattia.  "Un intervento fondamentale nei tratti dell’A26 - sottolinea l'assessore - da Genova Pra' sino alla bretella di Predosa che si collega con l’A7, dove si concentrano i casi accertati. Già dalle prime interlocuzioni ho trovato ampia disponibilità al confronto operativo con obiettivi comuni. Anche altri Paesi  per controllare l’epidemia hanno rafforzato e predisposto recinzioni e barriere che si sono dimostrate utili per il confinamento degli animali”. 

La filiera economica

Giorgio Apostoli, responsabile zootecnia Coldiretti, trattiene il fiato: "La situazione non è chiusa, l'allerta è massima. Finora la peste suna ha colpito solo cinghiali. Ma se un animale infetto si dovesse avvicinare a un suino sarebbe un disastro. Per questo il monitoraggio è alto, anche in  Emilia Romagna e Toscana, per fortuna lì non si trova ancora nulla. Resta il problema enorme che ripetiamo da anni. I cinghiali censiti sono 2,5 milioni, numero sicuramente in difetto. Sono troppi.  Non solo per l’agricoltura, anche perché sono pericolosi, provocano incidenti mortali. La peste suina in Italia era sempre rimasta confinata in Sardegna.  Il problema è che ti bloccano i mercati. Questa malattia fa male agli animali e  all’economia. I suini in Italia sono 9 milioni e producono un fatturato di due miliardi".