Peschereccio perde migliaia di pesci Si indaga sul disastro ambientale

Le fotografie impressionanti dell’Oceano Atlantico ’ricoperto’ dalle carcasse di animali . Gli ecologisti accusano: "Avete buttato il pescato di bassa qualità". L’armatore: "Una rete si è rotta"

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di Giovanni Serafini

Vista da lontano è una linea argentea all’orizzonte che sembra schiuma. Avvicinandosi si scopre invece una superficie di mare gigantesca, 3mila metri quadrati, sulla quale galleggiano più di centomila pesci morti. Siamo nel Golfo di Biscaglia, in pieno oceano Atlantico, a 300 chilometri dal porto francese della Rochelle. La scoperta di questo nuovo disastro ecologico è stata fatta dall’ong ambientalista Sea Shepherd, che ha denunciato "un saccheggio del mare in piena regola" effettuato dal peschereccio Margiris, il secondo più grande del mondo, appartenente alla società olandese Parleviliet & Van der Plas. Il governo francese è stato avvertito e la ministra del mare Annick Girardin ha ordinato un’inchiesta.

Secondo la Pelagic Freezer Trawler, l’associazione europea che difende gli interessi delle compagnie di pescherecci da traino congelatori, la gigantesca rete del Margiris, lunga 600 metri e capace di contenere 6 mila tonnellate di pesce, si è rotta improvvisamente all’alba per motivi ancora da accertare, e tutto il pescato è finito "involontariamente" in mare: si trarrebbe di un "rarissimo incidente di pesca", regolarmente segnalato alle autorità dello Stato di bandiera della nave, la Lituania.

La Sea Shepherd la pensa in tutt’altro modo: "Quel che è accaduto non ha niente di rarissimo. Il peschereccio in questione, che è una enorme nave-officina, si è già reso responsabile in passato di questo genere d’incidenti. Cinque anni fa è stato bandito a furore di popolo dall’Australia e nel 2019 ha provocato durissime proteste degli ecologisti per la sua presenza nelle acque britanniche", ha dichiarato la presidentessa della ong Lamya Essemlali. Secondo lei la fuoriuscita del pescato dalle stive del Margiris non è stata affatto "involontaria", ma dovuta invece al fatto che il pesce imbarcato non era di qualità pregiata: si trattava di melù o potassolo, una sottospecie del merluzzo usata per fabbricare surimi, non sufficientemente redditizia.

Ribattezzato ’il mostro’ dai media britannici, il Margiris è lungo 143 metri. Le équipe della Sea Shepherd basate a La Rochelle lo avevano avvistato giovedì nel Golfo di Biscaglia e si erano recate in zona per filmare le operazioni di pesca: "Il nostro obiettivo era mostrare al grande pubblico come questi giganti saccheggiano il mare minacciando la sopravvivenza degli oceani", ha detto Lamya Essemlali.

Il problema, ha aggiunto, è che "questi disastri ambientali restano impuniti a causa della regolamentazione insufficiente e della carenza di controlli da parte francese. La Francia è la seconda potenza marittima mondiale e l’unica ad essere presente in tutti gli oceani del pianeta: dovrebbe fare della difesa del mare una causa nazionale. Purtroppo la realtà è ben diversa".

La Sea Shepherd ha chiesto che i super pescherecci siano dotati di telecamere affinché si possano controllare le quantità del pescato e anche perché in caso d’incidenti "non ci si debba attenere alla sola dichiarazione degli armatori". La ministra Girardin ha fatto sapere che sono allo studio misure drastiche contro la pesca indiscriminata e ha aggiunto che la quota corrispondente alla massa dei pesci morti nelle acque di Biscaglia verrà tolta alla quota complessiva del Margiris.