Pescherecci italiani mitragliati da motovedetta libica. Ferito il comandante

Il comandante Giuseppe Giacalone, a bordo dell'Aliseo, è stato colpito a un braccio. La Marina italiana: "Erano in zona di pesca libica". In soccorso la nave Libeccio

Alta tensione tra Italia e Libia

Alta tensione tra Italia e Libia

Mazara del Vallo, 6 maggio 2021 - Segnali di tensione tra Libia e Italia: il peschereccio 'Aliseo' della flotta di Mazara del Vallo, che era impegnato in una battuta di pesca al largo delle coste di Bengasi, è stato mitragliato da una motovedetta militare libica. I colpi d'arma da fuoco hanno ferito il comandante, Giuseppe Giacalone a un braccio. La nave Libeccio della Marina Militare è intervenuta in soccorso. Il marinaio sarebbe stato ferito dai colpi di avvertimento partiti da una motovedetta della Guardia costiera libica contro due pescherecci - l'Aliseo e Artemide - a circa 75 miglia a nord est di Tripoli. 'Aliseo' comunque è stato successivamente liberato e ha preso a navigare verso le coste italiane. Il comandante Giacalone è stato medicato e trasferito sulla Libeccio.

La versione della marina libica

La Marina libica, che controlla la Guardia costiera, ha smentito di aver sparato "contro" pescherecci italiani, ma ammesso che sono stati esplosi "colpi di avvertimento in aria" per fermare imbarcazioni da pesca che a suo dire avevano sconfinato in acque territoriali libiche. "Non ci sono stati colpi esplosi contro imbarcazioni, ma colpi di avvertimento in aria", ha detto al telefono all'Ansa il commodoro Masoud Ibrahim Abdelsamad, portavoce della Marina libica senza fornire per il momento ulteriori dettagli sull'incidente. Il portavoce di Abdelsamad ha affermato di aver appreso dai media del ferimento.

La nota della Marina italiana

I tre pescherecci italiani si trovavano "all'interno della Zona di protezione di pesca (Zpp) libica, nelle acque della tripolitana", quando sono stati fatti oggetto di alcuni colpi di avvertimento da parte di una motovedetta Libica. È quanto afferma la Marina Militare sottolineando che subito dopo i colpi, il comandante dell'Aliseo è stato portato a bordo della motovedetta libica "per presunti accertamenti medici e poi rilasciato. Già tre giorni, afferma ancora la Marina, i motopesca Artemide, Aliseo e Nuovo Cosimo, assieme ad altre quattro imbarcazioni italiane, erano stato oggetto di un tentativo di sequestro sempre all'interno della Zpp libica. Un sequestro sventato grazie al "tempestivo intervento" di nave 'Alpino' della Marina.

Il sindaco di Mazara del Vallo

 Il sindaco di Mazara del Vallo Salvatore Quinci: "Era tutto prevedibile, ne parliamo da giorni qui. Qua la questione è sempre la stessa. Adesso ci dicano se dobbiamo andarcene ma lo Stato Italiano deve proteggere gli italiani, l'Italia si faccia sentire. Subito". Quinci dice ancora: "E' la seconda volta in una settimana che si spara ai lavoratori del mare. Non si può lasciare che tutto ciò continui". E aggiunge: "L'ennesimo attacco è avvenuto a 30-40 miglia di Misurata, questa volta da parte del governo libico, quello riconosciuto, che ha un nuovo premier".

L'armatore: ci deve scappare il morto?

"Ci deve scappare il morto per fare intervenire il Governo?...", commenta Marco Marrone, l'armatore del peschereccio Medinea, sequestrato dai libici per 108 giorni. Ha appena saputo quanto accaduto in Libia con il ferimento del comandante del peschereccio Aliseo. "Le barche non sanno più dove andare - dice - sono tutte ammassate in uno specchio di mare tra Malta e Lampedusa, anche la mia". E su quanto accaduto in Libia, spiega: "Rischiano ogni giorno la vita. Ora hanno colpito il comandante e lo hanno ferito, spero non serva il morto per fare intervenire definitivamente il governo".  "Serve un accordo europeo al più presto - insiste - oppure il governo deve mettere una vigilanza. E' l'unica soluzione, senza accordo europeo non cambia nulla". "Dobbiamo lavorare in zone sicure -  conclude - le barche sono tutte concentrate in uno stesso punto".

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