Domani i pescherecci in sciopero invadono Venezia al grido di "Salviamo la pesca"

La protesta contro i limiti imposti dall'Unione europea è indetta dal Coordinamento dei pescatori dell'alleanza delle cooperative italiane

Venezia, 11 giugno - Domani, sabato 12 giugno, in occasione dello sciopero nazionale della pesca promosso dal Coordinamento dei pescatori dell'alleanza delle cooperative italiane per contrastare la riduzione dello sforzo di pesca prevista dalla Commissione europea, i pescatori veneziani manifesteranno a partire dalle 10.30 in Fondamenta Zattere. I pescherecci di numerose marinerie, a partire da quelli di Chioggia, invaderanno pacificamente la città.

Mercato ittico di Chioggia, Wall street dell'Adriatico

"Il mercato ittico all'ingrosso di Chioggia è il tempio del pesce azzurro italiano ed è stato definito 'la Wall Street dell'Adriatico'. Lo scenario che abbiamo di fronte è molto grave: la pesca italiana rischia concretamente di subire un colpo mortale che può far collassare attività che fino ad oggi sono state emblema stesso di un territorio vasto e su cui si è investito sempre poco. L'intero settore ittico è in agitazione e prevedo una grande mobilitazione a Venezia, ma anche a Mazara del Vallo e in tutti le altre banchine dei porti italiani dove i pescatori sono stati e rappresentano delle vere e proprie sentinelle del mare, dei 'custodi dell'Adriatico' come li abbiamo definiti a Chioggia", afferma Emanuele Mazzaro, amministratore unico di Sst spa e direttore del Mercato Ittico all'ingrosso di Chioggia, che domani giungerà a Venezia a bordo di un peschereccio insieme ai principali rappresentanti delle istituzioni e del distretto ittico del Veneto.

Lo slogan: #salviamo la pesca

"La flottiglia alzerà le ancore dalla banchina del mercato ittico all'ingrosso di Chioggia verso le 8.30 del mattino e saranno presenti i maggiori rappresentanti delle istituzioni che già in questi giorni hanno partecipato ad un flash mob spontaneo in tutta Italia con l'eloquente messaggio #salviamo la pesca", spiega poi Mazzaro, che conclude: "La pesca non può e non deve essere criminalizzata da burocrazie che non vivono e non conoscono il mare. Il rischio è quello di fare un regalo enorme a multinazionali e paesi extra Ue che da sempre sfruttano le risorse marine senza alcun genere di limite o freno".