Mercoledì 24 Aprile 2024

"Perché Mosca ha scaricato Salvini? Per loro non conta più come prima"

L’analista: il Cremlino vede l’Italia come l’anello debole della Nato, vuole condizionarne il dibattito

Matteo Salvini esce dalla cabina elettorale

Matteo Salvini esce dalla cabina elettorale

Matteo Salvini non molla. E Silvio Berlusconi scende in suo aiuto. "Il viaggio – ha detto Matteo Salvini, parlando con la stampa a margine del suo voto sui referendum – è stato pagato dalla Lega, io non ho dei rubli e non posso fare il biglietto aereo pagando con quella moneta. Ho lavorato e sto lavorando per la pace a testa alta a nostre spese, economiche e politiche e lo farò ancora nei prossimi giorni. L’unico mio obiettivo, su cui continuo a lavorare con orgoglio e alla luce del sole, è tornare alla pace".

Non solo. Il segretario della Lega ha anche difeso Mosca dall’accusa di voler inquinare il dibattito politico italiano. Interpellato dai cronisti sull’ipotesi che la Russia stia cercando di destabilizzare la maggioranza di governo, Salvini ha replicato: "Sicuramente è curioso che la stampa italiana non metta oggi in prima pagina una riga su referendum importanti e parli di potenziali viaggi manco fatti e pagati. Comunque gli italiani scelgono per gli italiani. Non ho mai creduto a inquinamenti elettorali o fake news di Mosca". In sua difesa si è schierato Silvio Berlusconi. "Mi pare – ha detto – che sul viaggio di Salvini si fanno polemiche inutili e senza senso. Si fanno tutte queste discussioni attorno a quello che era un viaggio teso a dare una mano alla pace".  Ma le opposizioni proseguono a loro pressione. "Il tentativo di Salvini – accusa la vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno (Pd) – è un episodio di una gravità inaudita che avrebbe potuto destabilizzare il posizionamento del nostro Paese e la sua stabilità internazionale". "La vera minaccia alla sicurezza nazionale, qui ed ora – attaccano i Radicali Italiani – non sono gli immigrati, come ama ripetere Matteo Salvini ma i suoi legami poco trasparenti con la Russia".

 

 

"Mosca vede l’Italia come il ventre molle dell’Alleanza Atlantica, l’anello debole. Un posto che per secoli è stato sotto il controllo di potenze straniere. Che è politicamente frammentato e nel quale la sovranità in poltica estera e di difesa è tuttora relativa. Dove ci puoi provare, qualcuno che ti ascolta lo trovi sempre e magari ti va pure bene. Ecco perché il Cremlino investe tanti sforzi per condizionarne il dibattito pubblico e per convincere almeno alcune delle forze poltiche italiane a non opporsi, invocando il pacifismo, all’invasione dell’Ucraina". Così l’analista Pietro Batacchi, direttore della Rivista Italiana Difesa.

Con la nota di sabato dell’ambasciata, i russi hanno di fatto scaricato Salvini?

"Da analista mi limito a dire che dal punto di vista russo è rilevante che l’influenza di Salvini nel sistema poltico italiano non è più quella del 2018 e che questa vicenda la riduce ancora. Questo premesso, non penso che volessero ‘bruciarlo’, perché in generale un interlocutore poltico di livello, se lo si ha, può sempre tornare utile. Semplicemente hanno fornito una versione che cercava di ammettere il meno possibile del viaggio e affermava che questi era perfettamente legittimo".

C’è chi sostiene che l’obiettivo dei russi fosse di fare implodere il governo italiano.

"Non credo che pensassero di ottenere tanto, anche perché l’Italia ha un’istituzione come il Quirinale che è una garanzia e avrebbe colto il senso dell’operazione e l’avrebbe sventata. L’obiettivo era minore, ma pur sempre assai rilevante: indebolire il regime sanzionatorio e ridurre l’invio di armi a Kiev, arrivando a un compromesso al ribasso in sede di governo, stanti le differenze di posizione di chi lo sostiene".

Le interferenze del Cremlino continueranno o questa vicenda ha fatto capire che è meglio fermarsi?

"Se conosci un po’ i russi, capisci che è gente che non molla. Il prossimo anno in Italia si vota, figuriamoci se rinunciano".

Come definire l’operazione russa attorno al viaggio di Salvini a Mosca?

"Rientra in quella che i russi hanno chiamato la guerra ibrida, cioè l’impiego di tutte le risorse anche non militari per il conseguimento dei loro obettivi di influenza. Come si è visto con le interferenze nell’elezione di Donald Trump. O come vediamo oggi con la battaglia del grano, che mira a provocare una carestia e l’instabilità in Africa e a far partire ondate migratorie verso l’Europa e in particolare verso l’Italia. Creare un finto dialogo indebolisce la linea della fermezza".

A mediare per anticipare i soldi per i biglietti aerei della delegazione di Salvini sarebbe stato il primo segretario dell’ambasciata russa a Roma, Oleg Kostyukov, figlio di dell’ammiraglio Igor Olegovich Kostyukov, dal 2018 direttore del potente servizio militare, il Gru...

"Diciamo che non mi sorprende. Nella guerra ibrida uno dei ruoli più importanti è giocato dal Gru, che ha grande esperienza, oltre che molte risorse, nella raccolta e disseminazione di informazioni e nella creazione di campagne di disinformazione e di influenza all’estero".

Già ai tempi dell’Unione Sovietica era un classico.

"I russi oggi fanno grossomodo quello che faceva il Kgb. Basti pensare come all’epoca i sovietci tentarono di infiltrare, condizionare e manipolare i movimenti pacifisti e per il disarmo occidentali. L’obiettivo di Mosca, che aveva installato gli SS20, era evitare lo schieramento di Pershing e Cruise, ma fallì perché due grandi socialdemocratici come il cancelliere tedesco Schmidt e Bettino Craxi tennero il punto".

Anche questa è stata un’operazione dei servizi russi, più che dell’ambasciata?

"Di entrambi, direi. In Russia il confine tra operazioni di diplomazia pubblica e operazioni di influenza condotte dai servizi segreti è labile. In ambasciata c’è il diplomatico e ci sono, storicamente, gli uomini di Gru e Svr".

Pensa che se la missione di Salvini fosse andata in porto i russi avrebbero fatto qualche concessione, per dimostrare che la linea dialogante paga?

"Non credo proprio che Salvini avrebbe portato a casa chissà che cosa. Promesse, certo. Ma poco altro".