Per il presidente un trasloco a metà Nella nuova casa a giorni alterni

Si dividerà tra il Quirinale e l’appartamento ai Parioli, vicino a quello della figlia e del fratello maggiore

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di Alessandro Farruggia

Aveva piani di vita diversi, ha detto ieri pomeriggio ai capigruppo che sono saliti al Quirinale. Ma una volta che il Parlamento l’ha richiamato, con spirito di servizio istituzionale, Sergio Mattarella si è messo a disposizione senza esitazioni. Con serenità, dice chi lo ha sentito. Una sola cosa probabilmente rimarrà, della vita come la voleva al termine del suo settennato: la nuova casa romana, presa in affitto a metà novembre. L’intenzione è quella di tenerla e non traslocare dal Quirinale, di viverci almeno alcuni giorni la settimana. L’appartamento si trova in via Lutezia 2, una traversa di viale Liegi, ai Parioli. In un palazzo signorile ma non lussuoso, ha una superficie di 120 metri quadri (sala, cucina, tre camere e due bagni) ed è stato scelto dal presidente per due motivi. È in una parte della capitale che ama e soprattutto è vicina alla casa di piazza delle Muse, dove vive l’adoratissima figlia Laura (dalla quale ha assistito ad alcune fasi delle votazioni di questi giorni) e non lontano dalla abitazione del fratello maggiore Antonino, detto Nino, in zona piazza Verdi. La casa è vicina agli affetti, al parco di villa Borghese e a bar come Le Sicilianedde, dove avrebbe potuto tranquillamente gustare specialità siciliane come l’amato "gelo al mellone" o la torta al cioccolato "sette veli". Il reincarico gli farà cancellare le passeggiate a villa Borghese o al bar siciliano, ma il mantenere la casa ai Parioli renderà più facili contatti con i familiari che vivono in quella zona, e non è poco.

Uno degli altri motivi per i quali Mattarella probabilmente manterrà l’appartamento è che da pochi giorni la ditta Laurini ha completato il trasloco a via Lutezia dei mobili dalla casa di Via Libertà, a Palermo. Ci sono le cose che ama, in primis i libri, ma non solo, ci sono i ricordi di una vita. E lì Mattarella vuole rifugiarsi quando l’ufficio che ricoprirà non lo chiama. Ieri l’esponente di Fd’I Guido Crosetto (che abita non lontano da viale Liegi) ha pubblicato un tweet scherzoso sulla casa di via Lutezia ("casa zona Parioli, referenziatissimo, subaffita per 7 anni. No B & b") ma non andrà così. La casa resterà al presidente. Quanto al formale passaggio di consegne a se stesso, con tutta probabilità il giuramento avverrà giovedì 3 febbraio, la stessa data di 7 anni fa.

La macchina della presidenza della Repubblica si è già messa in moto. Nel cortile d’onore del Quirinale reparti di corazzieri a cavallo si sono esercitati negli onori militari, mentre la storica Lancia Flaminia 335 decappottabile realizzata nel marzo 1960 dalla carrozzeria Pininfarina (il Quirinale ne ha tre, denominate Belfiore, Belsito e Belvedere, tutte restaurate a perfezione nel 2001) ieri ha provato il percorso da e per piazza Venezia e Montecitorio. Secondo il rigido cerimoniale, il giorno dell’insediamento il presidente arriva a Montecitorio mentre le campane del palazzo suonano. Entra in aula, giura fedeltà alla Costituzione e a quel punto le campane di Montecitorio suonano ancora e vengono sparate 21 salve dal cannone del Gianicolo. Il presidente effettua quindi il discorso programmatico di insediamento del settennato e quindi scende in piazza Montecitorio. Qui ascolta l’inno nazionale, passa in rassegna al drappello d’onore e, accompagnato dal presidente del Consiglio e dal segretario generale del Quirinale, sale sulla Flaminia decappottabile e si reca all’Altare della Patria, per rendere omaggio al Milite Ignoto mentre il cielo di Roma è solcato dalle Frecce Tricolori.

A quel punto, scortato dai corazzieri a cavallo, il presidente sale al Quirinale, dove riceve gli onori e vede issare lo stendardo presidenziale. Nel salone dei Corazzieri incontra le massime autorità e quindi il presidente del Consiglio rassegna le sue dimissioni di prassi, che sempre di prassi, vengono respinte. E da allora si ricomincia un nuovo settennato.