Giovedì 18 Aprile 2024

Per favore, non mantenete le promesse

Pierfrancesco

De Robertis

Manca un mese al voto, e di fronte al diluvio di parole cui come sempre gli elettori sono costretti ad assistere, sgorga dal cuore una richiesta ai politici: per favore, non mantenete le vostre promesse. Razzolate meglio di come siete capaci a predicare, il giorno dopo il voto tirate giù la saracinesca e fate come vi pare, o come serve, e non come avete detto avreste fatto. Il Paese viene da una legislatura di chiacchiere al vento, alcune delle quali hanno purtroppo prodotto effetti devastanti sulla casse pubbliche (il reddito di cittadinanza) o dannosi sulle istituzioni (l’inutile riduzione dei parlamentari) ma con il governo Draghi ci eravamo abituati a un po’ di serietà: ci sono di mezzo i miliardi del Pnrr e non si scherza col fuoco. Adesso invece rimpiombiamo nell’incubo di una politica che le spara a vanvera, e vista la leggerezza del voto, ci prova ancora. Come dargli torto, in fondo quattro anni fa undici milioni di italiani hanno creduto a un comico che diceva di voler abolire la povertà affidando il paese a un manipolo di scosciuti.

C’è quindi da augurarsi che non diventino realtà le promesse che gli stessi politici sanno irrealizzabili. La flat tax di cui parlano Berlusconi e Salvini scasserebbe i conti pubblici in qualche mese, ammesso che i vincoli Ue permettessero manovre di quel tipo. E ci sarà un motivo se in oltre dieci anni di governo il Cav non l’ha mai realizzata. Sulle pensioni a mille euro vale lo stesso ragionamento. Come duro da attuare sarebbe il blocco navale proposto dalla Meloni, o la virata sulle sole energie rinnovabili e il no al nucleare chiesto dal Pd, e sempre per restare al Pd l’eccessiva estensione della cittadinanza agli immigrati irregolari. Per adesso chi ne ha sparate meno sono quelli del Terzo polo, e forse non sarà un caso che nei sondaggi Calenda-Renzi ancora non hanno fatto il balzo che speravano. Magari alla fine le gente capisce che dirle grosse non paga.