Mercoledì 24 Aprile 2024

Pendolari ad alta velocità "Trasferirsi qui? Un salasso Molto meglio viaggiare"

Lontani i tempi in cui il lavoratore più lontano arrivava in Centrale dall’hinterland milanese. Oggi l’ufficio è sotto alla Madonnina, ma la casa è a Torino, Bologna, Firenze e persino Roma

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Pendolari ad alta velocità. Trasfertisti sulle Frecce. Un piccolo esodo quotidiano e non solo dai paesini della prima cerchia di periferia: i lavoratori-studenti-viaggiatori sono ormai figure "transregionali". L’hinterland di Milano è l’Italia, o quasi: Bologna, Firenze, Roma. Torino, soprattutto. Il treno ha accorciato la distanze. Prendiamo il piemontese Mario Calderini, 56 anni, professore ordinario al Politecnico, docente di Management e Ingegneria gestionale da una decina d’anni dopo una lunga carriera accademica nella città della Mole. "Per un po’ ho fatto il pendolare Torino–Milano tutti i giorni. Poi, quando mia moglie ha trovato posto in una banca del capoluogo lombardo, abbiamo preso un piccolo appoggio da 50 metri quadri a Chinatown. Ci fermiamo a dormire fuori una sera o due a settimana, ci alterniamo per non lasciare solo a casa nostro figlio: ha 15 anni, studia al liceo classico a Torino. Il resto dei giorni facciamo avanti e indietro".

Per l’affitto a Milano il prof Calderini paga 1.100 euro al mese, a cui aggiunge il biglietto del Frecciarossa. La domanda è d’obbligo: non sarebbe stato più semplice se la famiglia si fosse spostata nel capoluogo lombardo? "Il piano, un paio d’anni fa, era proprio quello – spiega il docente universitario –. Poi abbiamo cambiato idea. Abbiamo lasciato la residenza a Torino non solo per non strappare nostro figlio dalle sue consuetudini e continuare a sfruttare le reti di appoggio consolidate, ma anche per motivazioni squisitamente economiche. Se ci fossimo trasferiti a Milano avremmo dimezzato il tenore di vita. Per l’affitto di una soluzione equivalente alla nostra casa di proprietà – un appartamento in zona residenziale da 150 metri quadri – avremmo dovuto spendere ben oltre 2.500 euro al mese".

Il viaggio in treno del professor Calderini non è paragonabile a quello di un pendolare classico e "sfinito" di Trenord (la società che gestisce il trasporto su ferro in Lombardia, spesso al centro delle polemiche per i suoi disservizi): il docente arriva da Torino Porta Nuova a Rho Fiera in 36 minuti esatti, classe Business, e da lì raggiunge il campus Bovisa del Politecnico: "Complessivamente il tempo di percorrenza dalla porta d’ufficio a quella di casa è un’ora e un quarto, non molto diverso da quello di altri miei colleghi che vivono nell’hinterland di Milano".

Roberta Russo, 33 anni, account di una blasonata agenzia di comunicazione, è un’altra pendolare Torino-Milano. "Prima prendevo il treno tutti i giorni. Ora, grazie allo smartworking, due o tre volte alla settimana. Con Italo il tragitto dura un’ora. Il carnet per 20 viaggi costa 190 euro". A spingerla a trasferirsi nel capoluogo piemontese nel 2019, dopo 4 anni milanesi, è stato prima l’amore del suo compagno poi la scoperta di una qualità di vita superiore. "Torino costa molto meno. Sono riuscita ad acquistare un trilocale vicinissimo alla stazione di Porta Nuova: 800 euro al mese per il mutuo. A Milano per vivere in affitto in una mansarda minuscola in periferia, a Dergano, pagavo la bellezza di 700 euro. Comprare casa sarebbe rimasto un sogno".

Trasferirsi in Piemonte è stata una scelta più difficile per Chiara Sereda, primo anno di Scienze linguistiche per le relazioni internazionali alla Cattolica. "Il mio sogno sarebbe stato vivere a Milano per stare anche più vicina al mio ragazzo. I suoi prezzi, però, mi hanno costretto a trasferirmi a Novara. Qui ho un appartamento molto grande con un terrazzo. A Milano sarebbe costato almeno 2mila euro al mese".

Annamaria Lazzari