Covid, 100 casi tra pellegrini Medjiugorje. Quasi tutti non vaccinati

Cinque persone ricoverate a Sassari, due in gravi condizioni. Tracciamento non ancora terminato, numero dei contagiati destinato a crescere

Foto di un pellegrinaggio

Foto di un pellegrinaggio

Roma, 11 novembre 2021 - Sale a 100 il numero delle persone contagiate da Coronavirus nel focolaio scoppiato fra i 170 pellegrini rientrati il 27 ottobre da un viaggio a Medjugorje. Fra queste cinque sono ricoverate in ospedale, nel reparto Malattie infettive dell'Aou di Sassari. Fra i degenti due sono in condizioni gravi, assistiti con il casco "cpap" che permette loro di respirare.

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I ricoverati, quelli attualmente in ospedale e quelli già dimessi dopo qualche giorno trascorso su un letto di Malattie infettive, sono quasi tutti non vaccinati, fra loro anche un medico convinto no vax. C'è poi una donna anziana, affetta da altre patologie, contagiata di ritorno (quindi da chi è rientrato dal pellegrinaggio), pur avendo ricevuto la doppia dose di vaccino.

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In particolare, i positivi al virus del cluster di pellegrini sono 69 residenti in Gallura, 31 nel Sassarese, senza contare le centinaia di persone "contatti stretti" che ora si trovano in isolamento. La maggior parte delle persone contagiate sono rientrate in Sardegna con il volo charter del viaggio organizzato, 12 con altri voli. 

Ma si attende ancora di conoscere nel dettaglio il tracciamento predisposto dal servizio di Igiene pubblica dell'Ats - non ancora terminato - per capire quante possano essere le persone da sottoporre a tampone e a quarantena. La situazione è quindi in continua evoluzione, con il numero dei contagiati destinato a crescere. Secondo il calcolo dell'algortimo sarebbero mille le persone coinvolte nella rete dei contagi.

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Il tour in terra bosniaca, durato cinque giorni, è stato organizzato dall'agenzia Renata Travel di Olbia, specializzata in pellegrinaggi, ed era il primo a Medjugorje dopo due anni di stop legato alla pandemia. I pellegrini hanno trascorso giorni facendo gli spostamenti in autobus e passando diverse ore a stretto contatto. Al rientro molti di loro, prima del riscontro della positività il 2 novembre, sono tornati nei posti di lavoro e in famiglia venendo a contatto con altre persone.

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