"Il gruppo più grande di Fermo". Si chiama così ed è un gruppo WhatsApp che ha fatto scattare forte preoccupazione tra genitori e operatori scolastici, in quanto servirebbe per "arruolare" adepti minorenni per diffondere contenuti violenti, materiale sadomaso e video pedopornografici, anche autoprodotti. L’allarme è scattato quando un padre, controllando i messaggi e i social sul telefonino del figlio 14enne, ha scoperto che faceva parte di questo gruppo WhatsApp. "Ho appreso di questo gruppo – spiega il padre di un 14enne – attraverso il tam tam di messaggi attivato da genitori e insegnanti. Così ho controllato il telefono di mio figlio e ho scoperto che ne faceva parte. L’ho fatto subito cancellare e ho segnalato la questione alla polizia, consegnando loro gli screenshot dei contenuti della chat". Anche una mamma ha segnalato alle forze dell’ordine la presenza dei suoi figli nel gruppo: "Lei ha 15 anni e lui 14. Controllando il telefonino di mia figlia ho scoperto tutto. I contenuti delle chat sono veramente inenarrabili e credo che ci siano anche video e foto autoprodotte da minorenni ingenui che le hanno pubblicate. Ho fatto immediatamente uscire dal gruppo i miei figli e invito a fare altrettanto a tutti i genitori".
Gli iscritti sono circa un migliaio, molti tra gli 11 e i 16 anni, e grazie alla prontezza dei genitori è partito un tam tam che ha coinvolto inizialmente padri e madri di tantissimi ragazzini, specialmente di Fermo e Porto San Giorgio. Un tam tam che ha fatto emergere come molti minori facciano parte del gruppo e come alcuni di questi abbiano inserito i contenuti hard e sadomaso, alcuni anche autoprodotti.
Vista la situazione, estremamente pericolosa per ragazzini e ragazzine, soprattutto delle scuole medie e superiori, i comitati scolastici dei genitori si sono attivati per coinvolgere anche gli insegnanti allo scopo di creare una rete di adulti che possa contrapporsi a tale fenomeno. L’obiettivo della task force, infatti, è aggiungere sempre più giovanissimi, coinvolgendo intere rubriche di ragazze e ragazzi. Intanto, il caso è stato denunciato alla questura e la polizia postale, dopo aver acquisito gli screenshot delle conversazioni, ha avviato le indagini per dare nomi e volti ai promotori del gruppo. L’obiettivo è capire se dietro a questa iniziativa ci siano adulti mascherati da minori con lo scopo di carpire immagini e video a luci rosse agli ignari adepti o se sia solo una creazione di qualche ragazzo. In ogni caso è necessario che i tutti genitori e gli insegnanti interessati inizino ad assicurarsi che i propri figli o i propri allievi, non facciano parte del gruppo e che, in caso contrario, ne escano al più presto.