Venerdì 19 Aprile 2024

Pedinata, poi l’aggressione in casa Chiede aiuto e i vicini la salvano

Preso a Milano un 23enne gambiano. L’irruzione nell’appartamento, il pestaggio e la camicetta strappata. La 43enne assalita è riuscita a urlare e a lanciare l’allarme. Il pm: arresto anche per violenza sessuale. .

di Nicola Palma

Il blitz in casa. La proprietaria colta di sorpresa. L’aggressione con calci e pugni e la camicetta strappata nella colluttazione. L’intervento dei carabinieri e l’arresto in flagrante. L’ultimo episodio di violenza sulla donne a Milano è andato in scena mercoledì pomeriggio in uno stabile di via Washington, a due passi dal centro. Pochi minuti prima delle 14.30, stando a quanto ricostruito finora dalle indagini, un ventitreenne gambiano, senza fissa dimora mai intercettato prima dalle forze dell’ordine né fotosegnalato all’ingresso in Italia, riesce a entrare nel palazzo, probabilmente approfittando del portone aperto. In quei minuti, rientra a casa una quarantatreenne originaria dell’Est Europa: forse il ragazzo la nota e la segue fino al pianerottolo del quarto piano.

La porta è chiusa, ma non a chiave: il ventitreenne entra e inizia a rovistare nelle stanze, ma i rumori richiamano immediatamente l’attenzione della padrona di casa. Scatta il raid: il gambiano le salta addosso e la colpisce con diversi pugni, anche al volto; nella colluttazione, il giovane sconosciuto le strappa pure la camicetta, un dettaglio che porterà la procura a contestare anche l’ipotesi di reato di violenza sessuale. La donna riesce a divincolarsi con un calcio e urla più forte che può, richiamando così l’attenzione dei vicini presenti in quel momento. Parte proprio da loro la telefonata agli operatori della centrale operativa di via Moscova, che inviano sul posto i colleghi del Nucleo Radiomobile. Quando arrivano in via Washington, i militari del pronto intervento dell’Arma trovano il ragazzo ancora all’interno dell’appartamento: sta mettendo tutto a soqquadro, a caccia di qualcosa da rubare. I carabinieri lo bloccano non senza fatica e lo ammanettano con l’accusa di tentata rapina aggravata. La vittima viene subito trasportata in ospedale: i medici riscontreranno ferite giudicate guaribili in 14 giorni; appena possibile, verrà risentita dagli inquirenti per ricostruire nei dettagli quanto accaduto. Il pm di turno Paolo Filippini ha chiesto la convalida del provvedimento per le accuse di tentata rapina, lesioni e violenza sessuale, ritenendo quindi lo strappo degli abiti un tentativo respinto di abusare sessualmente della vittima. Sull’istanza e sui reati contestati si pronuncerà il gip Daniela Cardamone, dopo l’interrogatorio in programma stamattina.

Nelle stesse ore, verrà interrogato dal gip Livio Cristofano il trentaduenne di origine somala Said Yusuf, fermato nei giorni scorsi dagli investigatori della Squadra mobile con l’accusa di aver stuprato una disabile la notte del 29 aprile in una tenda in piazza Carbonari, non lontano dalla Stazione Centrale; il pm Rosaria Stagnaro ha chiesto che resti in carcere. Invece, i carabinieri della Compagnia Duomo stanno ancora cercando l’autore della violenza sessuale avvenuta nella notte tra sabato e domenica della scorsa settimana nella discoteca ’Q Club’ di via Padova: l’uomo, descritto come una persona di circa trent’anni, avrebbe abusato di una trentunenne, impiegata residente nell’hinterland, all’interno di uno dei bagni del locale, approfittando del fatto che la porta non era chiusa. In mancanza di telecamere interne, i militari stanno passando al setaccio le immagini registrate dagli occhi elettronici esterni, sia in corrispondenza delle uscite di sicurezza sia lungo le possibili vie di fuga dell’aggressore.