Pd, Bonaccini verso la presidenza Ma Schlein non negozia la linea

Oggi la nuova segretaria incontra il governatore emiliano. A Viterbo scritte e minacce choc contro la leader

Migration

di Cosimo Rossi

"Ci vedremo domani (oggi ndr.) e ne discuteremo", dice a Otto e mezzo Elly Schlein riguardo al rapporto con lo sconfitto Stefano Bonaccini. "Quello su cui siamo d’accordo e nell’impegno comune" per il partito. Ieri Schlein in effetti ha telefonato al suo contendente sconfitto alle primarie. Ma solo per rimandare a oggi quella conversazione attesa ormai da oltre una settimana. Schlein comunque non è disponibile a negoziare sul fatto che "si è affermata una linea nuova" nel Pd. Dopo aver fortemente criticato la gestione della politica migratoria da parte del governo, la segreteria ribadisce il proprio sostegno armato all’Ucraina (pur invocando un’iniziativa di pace da parte europea); rinnovando le critiche sul jobs act, l’indirizzo a favore dei diritti sociali delle comunità lgbtq+ e della green economy; compresso un approccio critico ai termovalorizzatori. A questo proposito "né Boccia né il Pd si faranno intimidire da questi gesti vigliacchi", afferma la neosegretaria a proposito delle minacce ricevute. Ieri mattina, infatti, in via delle Fortezze a Viterbo è comparsa una scritta denigratoria accompagnata da una svastica contro la segretaria. Nel pomeriggio poi una lettera di minacce a Francesco Boccia è pervenuta al Nazareno. Contro le minacce ai due esponenti del Pd sono giunti messaggi di solidarietà da tutto l’arco politico, a cominciare dalla premier.

Ieri il sindaco di Firenze Nardella ha ripetuto a SkyTg24 che "il Pd nasce per mettere insieme radicali e riformisti" e dalla segretaria si aspetta una gestione con "spirito unitario valorizzando il pluralismo". Probabile dunque che offra proprio a Bonaccini la presidenza del partito. Anche perché da questo gesto distensivo nei confronti della minoranza – che ha pur sempre raccolto il 47 per cento – dipendono a cascata tutta una serie di altre scelte e di incarichi che alla segretaria stanno affatto a cuore. A cominciare dal posto di capogruppo al Senato per Boccia: fondamentale per governare un gruppo parlamentare che in larga parte non l’ha votata, ma anche per non ritrovarsi il senatore pugliese ad "allargarsi troppo" negli affari della nuova segreteria del partito. Dove invece il ruolo di vice o coordinatore dovrebbe andare a Furfaro nel segno di un ricambio generazionale generale.