Coronavirus, caccia disperata al paziente zero. Spunta ipotesi focolaio unico

Si indaga sul nesso tra i casi in Lombardia e in Veneto. La Protezione civile: nessun nuovo epicentro. Ma l’agricoltore vicentino 60enne, che ha viaggiato nel Lodigiano, è risultato negativo al tampone

Coronavirus, posti di blocco nell'area rossa (ImagoE)

Coronavirus, posti di blocco nell'area rossa (ImagoE)

Milano, 25 febbraio 2020 - È ancora apertissima la caccia al paziente zero, la persona che avrebbe (inconsapevolmente) portato in Italia il nuovo coronavirus arrivato dalla Cina (dove gli scienziati stanno ancora cercando l’animale dal quale il patogeno avrebbe fatto il salto di specie, e alcuni mettono in questione anche l’origine nel mercato di Wuhan). In Lombardia gli epidemiologi continuano a cercare la persona che ha innescato il focolaio del Basso Lodigiano, dopo che la ricerca degli anticorpi all’Istituto superiore di sanità ha ’scagionato’ il manager tornato dalla Cina il 21 gennaio che si era incontrato più volte col 38enne dal quale è partito il focolaio sviluppatosi dall’ospedale di Codogno.

Le ultime notizie del 25 febbraio sul Coronavirus

La giornata di ieri è rimasta appesa alla speranza d’aver individuato, almeno, un collegamento tra il ramo lombardo e quello veneto dei contagi. Un agricoltore sessantenne di Albettone, nel Vicentino, ha chiamato la farmacia di Vo’ Euganeo – il paese in provincia di Padova che dista pochi chilometri ed è l’epicentro del contagio in Veneto, blindato nella zona rossa di contenimento come i dieci comuni lombardi – e ha spiegato di esser stato nelle scorse settimane nel Lodigiano e anche a Codogno per presentare un suo libro sull’agricoltura biologica.

Di essere un frequentatore del bar di Vo’ dov’erano abituali i primi due contagiati veneti, e in particolare il 77enne Adriano Trevisan che è stato la prima vittima del virus in Italia. E di avere tosse e sintomi influenzali. L’agricoltore è stato prelevato e portato in ospedale a Vicenza per fare il tampone. Un risultato positivo al Covid19 non avrebbe fatto di lui il paziente zero, ma piuttosto un possibile collegamento tra il cluster del Veneto e quello lombardo. "Significherebbe dover fronteggiare le diramazioni di un solo focolaio e non due con origine indipendente", aveva chiarito Massimo Galli, primario di Malattie infettive al Sacco. Ma i focolai sono ancora (almeno) due, perché il test del coronavirus sull’agricoltore è risultato in serata negativo, come anticipato dal sindaco di Albettone Joe Formaggio ("con un sospiro di sollievo") e confermato dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia. Il commissario all’emergenza coronavirus Angelo Borrelli aveva appena chiarito che "il paziente zero si sta ancora cercando", ricordando un’altra volta quanto sia "importante individuarlo, capire da dove arriva ma soprattutto fermare questa catena di contagio". Una situazione "non critica" ma "di diffusione della malattia, è assolutamente sotto controllo per quello che riguarda le cure. Con le misure" decise dal governo e dalle Regioni a cominciare da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna "ci auguriamo di limitare il contagio".

E anche se c’è chi, come l’assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera, inizia a pensare che trovare il paziente zero "abbia sempre meno senso", perché "ormai nel Nord Italia la diffusione è autoctona", concorda il virologo Giorgio Palù, il paziente zero si continua a cercare e con ampio impiego di mezzi in Lombardia. Da domenica il governatore Attilio Fontana parla di "due piste", "legate al Lodigiano" e alla Cina.