Mercoledì 24 Aprile 2024

Patto Calenda-Letta, ma c’è lo scoglio 5 Stelle

Celebrato il primo congresso di Azione (che sembra abbandonare tentazioni centriste). Il leader Pd: "Vinciamo insieme nel 2023"

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di Ettore Maria Colombo

Lo slogan potrebbe anche essere, come diceva una vecchia canzone per bambini degli anni ’70, "siamo piccoli, ma cresceremo". Azione – la formazione di Carlo Calenda – diventa partito (eletti i direttivi provinciali, 108, e quelli regionali, pronta la direzione nazionale) e si appresta a dialogare con tutti, a 360 gradi, esclusi M5s e Fd’I, orizzonte il liberal-socialismo.

Ieri mattina, al Palazzo dei Congressi di Roma, si è aperto il primo congresso del movimento, che ha eletto segretario il suo leader naturale, Calenda, ad oggi solo parlamentare europeo. Azione, e il suo leader, non sono affatto tentati da ipotesi neocentriste cui lavorano, invece, Toti e Quagliariello da un lato e Renzi dall’altro. "Oggi non ci vuole un centro nel senso deteriore di centrismo – dice Calenda – ma una terza area politica, che sia l’area del riformismo pragmatico, di un modo di fare politica serio e responsabile che non è ostaggio dei 5 Stelle da un lato e dei sovranisti dall’altro". Non a caso i lavori del congresso sono stati aperti da esponenti di quasi tutte le forze politiche, a partire dal Pd, con il segretario Enrico Letta, e dalla Lega di governo, con Giancarlo Giorgetti. Ma è con +Europa che la fusione è a un passo, tanto che i tre deputati e i tre senatori coabitano già e lavorano nel Misto.

Da tutti, con toni differenti, c’è la volontà di ricercare un dialogo, a partire dal leader dem, che alla platea assicura: "Insieme vinceremo le elezioni politiche del 2023". Calenda incassa l’apprezzamento e assicura che "il Pd rimane un interlocutore e anche Italia Viva. Poi Forza Italia e perfino una parte della Lega, quella di Giorgetti". Porta sbarrata, invece, per Giorgia Meloni e i grillini: "Non dialoghiamo e non accettiamo il confronto con M5S e Fd’I. Il dialogo si fa dai valori comuni. Qualunque sistema elettorale ci sia, noi con sovranisti e populisti no".

A proposito di sistema elettorale, Azione opta per il proporzionale con sbarramento alto, ma è pronto a gettare il cuore oltre l’ostacolo anche con il sistema attuale, anche se finirà giocoforza per allearsi col Pd e il centrosinistra. Azione non si definisce né di centro, né di sinistra, né di destra: "Facciamo riferimento a un partito che si chiamava Partito di Azione, un partito liberal-socialista". Nei prossimi giorni Calenda partirà per un tour, "Italia sul serio", che durerà un anno. L’orizzonte sono le elezioni politiche, con i passaggi intermedi delle amministrative, a cui Azione si presenterà da sola dove possibile. E se +Europa è al momento l’unico partner stabile, si punta all’alleanza con il Pd ma, Calenda lo ribadisce a Letta, mai col M5s, già nei Comuni.