Mercoledì 24 Aprile 2024

Pasticcio treni, migliaia di passeggeri a piedi Metro, bus, traghetti: viaggiare è un rebus

Duello tra il ministro dei Trasporti e quello della Sanità. Alla fine il ripristino della capienza ridotta dei convogli crea il caos nelle stazioni.

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Non è solo colpa del Covid se l’Italia dei trasporti è una Babele. Da 48 ore il traffico ferroviario – e proprio nel week-end di punta dell’estate – vive la sua crisi esistenziale. L’improvviso ripristino delle misure di distanziamento a bordo dei convogli ad Alta Velocità e Intercity – decisa dal ministro della Salute Speranza dopo un braccio di ferro con la ministra dei Trasporti De Micheli – precipita il comparto in un vortice organizzativo per non violare la legge. Risultato delle capienze dimezzate: ottomila passeggeri di Italo appiedati; Trenitalia impegnata a lenire i disagi della clientela con una e-mail all’alba e la corsa ad allestire convogli o bus sostitutivi; passeggeri infuriati in coda alle biglietterie per garantirsi in ogni modo l’arrivo nelle località balneari.

Come in una (inattesa) rotazione settoriale, aerei low-cost spariti dai tabelloni-partenze e traghetti mezzi vuoti in viaggio per le isole lasciano la ribalta a una sbuffante locomotiva di polemiche. Il limite del 50% dei posti da occcupare a scacchiera – cancellato invece da numerose regioni nelle tratte locali – riapre scenari di massima severità attuativa. "È giusto che sui treni restino in vigore le regole di sicurezza applicate finora", rivendica – quasi con orgoglio – il ministro Speranza. Resta però una sensazione di "grande caos", riconosce Stefano Malorgio, segretario nazionale Filt Cgil, invocando un univoco "indirizzo nazionale".

Lombardia e Liguria confermano infatti le ordinanze di alleggerimento recentemente approvate: la giunta Fontana rilanciando con freddezza burocratica "un proficuo confronto con il Governo e con la Conferenza delle Regioni"; il governatore Giovanni Toti censurando "il provvedimento" dell’esecutivo "diramato in piena estate", stagione di mezzi pubblici "indispensabili, visto il piano scellerato di cantieri autostradali che sta mettendo in ginocchio la mobilità ligure". Da fine giugno anche in Veneto, Friuli Venezia Giulia, Province Autonome di Trento e Bolzano, Emilia-Romagna e Puglia è possibile utilizzare tutti i posti a sedere disponibili sui treni regionali. La nuova stretta nazionale ora espone tutte le Regioni firmatarie di ordinanze sul trasporto locale a un preciso bivio politico: adeguarsi o far finta di nulla. Assumendosene la piena responsabilità.

Anche bus e metropolitane prevedono distanziamento, mascherine e posti alternati. Però con le ovvie eccezioni. La Lombardia consente l’occupazione di tutti i posti a sedere, anche fianco a fianco, misura estesa ai ai mezzi fluviali e agli impianti funiviari (magari coi finestrini auspicabilmente aperti). E se i posti sono tutti occupati, che succede? Beh, oltre alla Lombardia, anche Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige consentono il viaggio in piedi. Ma senza superare i massimali previsti, diversi da regione a regione, ça va sans dire.

Dalla giornata emerge così un Paese-Arlecchino, con regole di tutti i colori, diverse per mezzo di trasporto, per area geografica e spesso politica. Che gli aerei possano in teoria viaggiare pieni (se solo volassero come e quanto prima), con i soli obblighi di almeno 1,5 metri di distanza interpersonale in sala imbarco, di temperatura corporea inferiore a 37,5° e di mascherina a bordo, risulta ad esempio sorprendente per il senso comune della assai scettica clientela. Invece il sistema di filtraggio dell’aria (50% dall’interno, 50% dall’esterno) avviene fino a 30 volte l’ora garantendo la salubrità del viaggio. La dirigenza di Italo Ntv non è d’accordo: "Il treno presenta strutturalmente condizioni migliori rispetto ad altri mezzi di trasporto come l’aereo", spiega l’ad Gianbattista La Rocca, auspicando "regole che non creino squilibri tra diversi mezzi di trasporto". E magari facilitino l’utenza, quanto mai disorientata da norme cangianti che tengono tutti sulle spine.