Giovedì 25 Aprile 2024

Pasticciaccio al ministero La Cassazione rimescola gli eletti

Il Viminale fa male i conti, dopo il ricalcolo cambiano diversi onorevoli. Ma il saldo finale tra i partiti è lo stesso

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ROMA

Contrordine, il seggio non è vostro. Il discutibile meccanismo del ‘flipper’ della cervellotica legge elettorale ha creato un epico caos nell’assegnazione dei seggi, mettendo in crisi la macchina del Viminale. In mattinata nei partiti si è diffusa la notizia che il ministero dell’Interno stava riassegnando un trentina di seggi alla Camera: ed è stato il panico tra i potenziali eletti. Poi è giunta la conferma. "A seguito di indicazioni fornite dall’Ufficio Elettorale Centrale Nazionale presso la Corte di Cassazione", ha spiegato il Ministero dell’Interno, cambiano gli eletti in ben dodici regioni. E va anche detto che gli eletti che appaiono oggi sul sito Eligendo vanno comunque considerati ancora provvisori, perché alla fine la Cassazione dovrà considerare anche le compensazioni che riguardano i candidati plurieletti.

Le variazioni sono però a saldo zero tra i partiti, assicura il Viminale. Ad esempio, la Lega che rispetto a ieri ha guadagnato due deputati in Lombardia – oltre a Umberto Bossi anche il tesoriere Giulio Centemero –, ne ha persi altrettanti tra Emilia-Romagna, dove è saltato il seggio del leghista Gianni Tonelli e Sicilia, dove non sarebbe stata eletta Annalisa Tardino della Lega. In Emilia-Romagna ad essere ripescato è il reggiano Andrea Rossi, deputato Pd uscente.

In Toscana a perderci è il Terzo polo: il secondo seggio alla Camera nel plurinominale che avrebbe portato all’elezione di Lucia Annibali, candidata nel collegio Toscana 03 per Azione-Italia viva, è stato invece attribuito al centrosinistra, per il quale viene eletto il candidato Pd Marco Simiani. Nel Lazio il Pd ottiene un secondo seggio, oltre a quello di Nicola Zingaretti (e andrà al segretario dem di Roma, Andrea Casu); in Molise al posto di Caterina Cerroni, del Pd, risulta eletta al proporzionale Elisabetta Lancellotta di Fratelli d’Italia, mentre in Campania scompare il nome di Guido Milanese (Fi) ed entra quello di Francesco Emilio Borrelli (Alleanza Verdi-Sinistra). In Abruzzo Giulio Sottanelli (Azione) prende il posto di Stefania Di Padova (Pd), in Piemonte esce l’astigiano Paolo Romano, candidato di ‘Alleanza Verdi-Sinistra Italiana, ed entra il pentastellato Antonino Iaria.

In Umbria invece scompare un eletto Pd: nel sito Eligendo del Viminale vengono indicati ora Emma Pavanelli (M5S) Emanuele Prisco (Fdi), Anna Ascani (Pd) e Catia Polidori (FI). Una prima indicazione riportava invece due deputati per FdI, Prisco e Chiara La Porta, e altrettanti per il Pd, Ascani e Pierluigi Spinelli, ed è quest’ultimo a saltare. In Puglia Forza Italia subisce un cambio: lascia il Parlamento il barlettano Marcello Lanotte è al suo posto il tarantino Vito De Palma candidato nel collegio Puglia 3. Fuori anche Enza Bruno Bossio del Pd in Calabria ed entra Riccardo Tucci dei 5 Stelle.

Da cosa dipende tutto questo? Innanzitutto dai meccanismi della legge elettorale, il Rosatellum e dal fatto che si tratta di dati provvisori perché la ripartizione definitiva, con la verifica dei verbali e il calcolo dei coefficienti, e la successiva proclamazione ufficiale degli eletti deve essere effettuata dall’Ufficio elettorale centrale nazionale della Cassazione e dai competenti Uffici presso le Corti di Appello. Che poi la storia non finirà nemmeno allora, perché ci sarà da dirimere il nodo dei plurieletti, i parlamentari eletti in più collegi che dovranno optare per uno, lasciando quindi il posto a un altro collega di partito. Un altro giro di nomi: solo Fdi, il partito che ha preso più voti, con questo meccanismo, dovrebbe lasciare liberi venti posti.

Alessandro Farruggia