Passaporto vaccinale Covid: Ue pensa alla svolta. Cosa dicono gli esperti

Vestager: "Dobbiamo far tornare le persone a viaggiare, molti posti di lavoro dipendono da questo". I dubbi di Ecdc e Oms

Margrethe  Vestager (Ansa)

Margrethe Vestager (Ansa)

Roma, 16 marzo 2021 - Un passaporto vaccinale per far ripartire il turismo nella seconda estate Covid. L'Ue ci sta pensando, lo dice chiaramente  la vicepresidente della commissione europea e commissaria alla concorrenza, Margrethe Vestager, a 'Rainews24'.  "Perché una volta che potremo dimostrare di essere immuni al Covid-19 - ragiona  - potremo viaggiare con la sicurezza di non contagiare altre persone".

Per la Vestager "una delle cose che è preoccupante è la situazione dell'industria del turismo, questo settore ha sofferto moltissimo e tantissime persone vorrebbero tornare a viaggiare". L'obiettivo è quindi "creare questa fiducia" anche perché "quest'estate l'occupazione di molte persone dipende da questo".

Ma quando può arrivare e, soprattutto, come funzionerà il "certificato digitale verde"? Due giorni fa il commissario europeo al Mercato Interno, Thierry Breton, ha auspicato che questa sorta di lasciapassare vaccinale sia messo in servizio "prima di giugno". 

L'annuncio Ue sul certificato potrebbe arrivare già domani, o comunque a breve. Il documento dovrebbe contenere le informazioni relative alla vaccinazione e indicare se qualcuno ha già gli anticorpi perché guarito di recente dall'infezione da Coronavirus. I problemi e i dubbi sorgono attorno all'uso che si vorrà fare di questo certificato. 

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Gli esperti

La comunità scientifica non manca di mostrare perplessità sull'opportunità di farlo diventare un passaporto per la libera circolazione. "L'uso di queste informazioni come 'lasciapassare' al momento ha certe limitazioni, dal nostro punto di vista", ha dichiarato la direttrice del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), Andrea Ammon, nel corso di un'audizione alla commissione Sanità pubblica del Parlamento europeo. "Perché non sappiamo per quanto tempo durerà" la riduzione di trasmissione "dopo l'infezione o dopo il vaccino", ha aggiunto.

"Abbiamo indicazioni che se una persona vaccinata viene infettata" dal Covid "è contagiosa a un livello inferiore, quindi c'è apparentemente una riduzione nella trasmissione, ma non sappiamo fino a che punto", ha detto ancora la direttrice. Esistono poi problemi di natura etico-giuridica. "Va ricordato che la vaccinazione al momento non è una scelta libera, quindi non si possono collegare diritti", fintanto che le dosi non sono garantite e tutti i cittadini, ha concluso la Ammon. 

Oms

Dubbi anche da parte dell'Oms. "Siamo d'accordo sui certificati di vaccinazione perché resti una traccia, ma non c'è una raccomandazione internazionale per l'utilizzo di un passaporto vaccinale". A dichiararlo ieri, sempre in audizione all'Europarlamento, la direttrice del dipartimento d'immunizzazione dell'Organizzazione mondiale della sanità, Katherine O'Brien. "Non ci sono le condizioni, mancano le prove su quanto i vaccini proteggano dalla contagiosità e dalla trasmissione", ha spiegato. Evidenziando possibili criticità "per gli spostamenti, tenendo presente che per il momento vengono somministrate le dosi solo alle persone vulnerabili".

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