"Una mamma su sei partorisce con il Covid", l'allarme di Fiaso

Oltre al rischio per la salute di madre e neonato, si pone un problema dal punto di vista gestionale negli ospedali

Una mamma su sei partorisce con il Covid (Imagoeconomica)

Una mamma su sei partorisce con il Covid (Imagoeconomica)

Roma, 27 gennaio 2022 - Partorire con il Covid avviene sempre più spesso: una donna in gravidanza su sei è affetta dal virus quando dà alla luce il figlio. Lo ha rilevato la Federazione Italiana Aziande Sanitarie e Ospedaliere, Fiaso, esaminando la settimana dal 18 al 25 gennaio in 12 strutture ospedaliere sentinella. 

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I risultati sono stati che su 404 parti esaminati, 65 sono avvenuti in area Covid. Il 16% delle donne gravide aveva contratto l'infezione da Sars-Cov-2 e ha partorito. Di queste il 60% non era vaccinato e il 5% aveva sviluppato sintomi respiratori e polmonari tipici della malattia da Covid. Un solo neonato, partorito da una donna non vaccinata, ha contratto l'infezione. 

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Giovanni Migliore, presidente Fiaso, ha commentato: "Una donna incinta su due non è vaccinata e il rischio, con l’ampia circolazione della variante Omicron, di contrarre l’infezione da Sars-Cov-2 durante i nove mesi, nei quali la donna è più suscettibile, è altissimo e può generare complicanze nella gravidanza, per la salute della donna e del bambino. È necessario insistere sulla necessità di vaccinarsi in gravidanza per prevenire l’infezione e minimizzare il rischio di complicanze; in questo il ruolo dei ginecologi è fondamentale per fugare le paure di una donna in attesa". 

E ha aggiunto: "La presenza di pazienti gravide positive, inoltre, pone un problema dal punto di vista gestionale: a differenza di tante altre condizioni di positività che possono essere gestite in reparti multidiscliplinari, una partoriente positiva al Covid va ricoverata nei reparti di Ostetricia e questo impone la duplicazione dei percorsi per l’assistenza di pazienti negative e positive, che devono essere separate, con il conseguente raddoppio delle risorse necessario. È un impegno importante e ulteriore per le aziende sanitarie e ospedaliere che da due anni sono in prima linea nell’emergenza. Occorre rivolgere ancora una volta un appello alla vaccinazione a tutte le donne incinte che ancora non hanno aderito alla campagna".

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