Giovedì 18 Aprile 2024

Parte il treno delle riforme Tajani: sì al premierato

Domani Meloni incontra le opposizioni per ascoltare le loro proposte

Si precisano le posizioni del governo e delle opposizioni in vista degli incontri di domani tra la premier Giorgia Meloni e i partiti di opposizione sulle riforme istituzionali. Il vicepremier Antonio Tajani ha infatti indicato nel premierato, cioè l’elezione diretta del capo del governo, l’opzione principale del centrodestra, mentre la maggior parte dei partiti di opposizione, Pd, M5s, Azione, +Europa e Verdi, hanno replicato negativamente alla proposta vedendo semmai nel rafforzamento dei poteri del Presidente del Consiglio la via maestra. Riforme condivise, avverte Tajani, ma se le opposizioni si tirano indietro il governo "andrà avanti lo stesso" rischiando poi il referendum.

Ad articolare il dibattito ci ha pensato anche il Presidente della Conferenza dei Governatori, Massimiliano Fedriga, che ha chiesto all’Esecutivo un incontro con le Regioni per coinvolgerle nelle riforme, il che implica mettere sul tavolo il tema divisivo dell’Autonomia. Una richiesta avanzata anche dalle opposizioni, ma complica gli intendimenti del governo. Punto su cui hanno convenuto quasi in coro M5s, con Giuseppe Conte, il Pd con Francesco Boccia, Azione con Carlo Calenda, +Europa con Riccardo Magi e i Verdi con Angelo Bonelli. "Non possiamo stravolgere la Costituzione" ha detto Conte.

Una voce del governo autorevole come quella del vicepremier Antonio Tajani ha tuttavia indicato un’altra opzione rispetto al presidenzialismo o al semipresidenzialismo alla francese, finora visti da Meloni e dal centrodestra come opzioni principali: "Per l’Italia il premierato potrebbe essere una soluzione, la vedo più gradita tra le forze politiche, io sono pragmatico", ha detto riferendosi al sì di Matteo Renzi al cosiddetto "sindaco d’Italia". Ma M5s, Pd, Azione,, +Europa e Verdi si sono dichiarati contrari all’elezione diretta, sia essa del Capo dello Stato che del Capo del governo; tutti hanno indicato nel cancellierato il modello su cui sono disposti a dialogare: quindi rafforzamento dei poteri del Presidente del Consiglio, compresa la possibilità di proporre lo scioglimento del Parlamento, e sfiducia costruttiva. Insomma un sistema simile a quello tedesco, per antonomasia tra i più stabili pur non prevedendo alcuna elezione diretta.