Parte da Mariupol la battaglia finale I russi alla conquista del Donbass

Nella cittadina sul mare si contano diecimila morti. Le autorità: trentatremila abitanti deportati in Russia

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di Tommaso Strambi

"Ci hanno circondati, e ora tentano di distruggerci". È, l’ultimo, disperato, messaggio apparso ieri sulla pagina Facebook della 36esima Brigata marina i cui marines hanno combattuto sino allo stremo a Mariupol. Un messaggio che però sarebbe una fake secondo quando affermato a tarda sera dal vice sindaco di Mariupol, Serhiy Orlov. Non solo. Secondo l’ex soldato ed esperto militare Andriy Shor, la pagina sarebbe stata hackerata. Del resto l’autenticità del messaggio era apparsa dubbia anche perché scritto in russo. Quello che è certo è che Mariupol è diventata teatro dello scontro finale (ci sarebbero già decine di migliaia di morti e 33.000 abitanti "deportati" in Russia) tra le truppe ucraine e quelle russe. Battaglia finale documentata anche dalle riprese satellitari americane che testimoniano come l’esercito di Putin si stia riposizionando in vista dell’assalto finale per il controllo del Donbass, la regione dell’Ucraina orientale in cui si trovano le repubbliche autoproclamate di Donetsk e Luhansk e che la Russia vorrebbe conquistare interamente. Nonostante i bombardamenti russi si siano già intensificati, l’offensiva vera e propria deve ancora iniziare, in attesa forse dei rinforzi che si stanno dirigendo verso le linee del fronte.

È qui, infatti, che si sta aprendo la nuova fase dell’offensiva dell’esercito russo che, per raggiungere l’obiettivo del controllo totale, sta procedendo attraverso due diverse azioni. La prima è completare, appunto, la conquista di Mariupol il cui controllo permetterebbe alla Russia di collegare senza interruzioni le due repubbliche autoproclamate di Donetsk e Luhansk con la Crimea, penisola che i russi annessero nel 2014. Uno step non lontanissimo da raggiungere. Non sembra che Mariupol abbia possibilità di resistere all’assalto russo: nelle ultime ore le forze dello zar sono riuscite a dividere il centro dalla costa, infliggendo un colpo duro alla resistenza ucraina.

L’altra priorità della Russia è congiungere le forze russe che si stanno spostando nella città di Izyum, da poco conquistata, con quelle che si trovano nell’autoproclamata repubblica di Luhansk. L’idea russa sembra essere quella di avanzare verso sud da Izyum, conquistare Slovinask e poi arrivare nei territori di ica di Luhansk. E in questo contesto nelle prossime settimane, secondo molti osservatori si combatteranno battaglie molto più convenzionali, con un impiego massiccio di carri armati, artiglieria e aerei da guerra in territori piatti e brulli, dove sarà molto più difficile per gli ucraini organizzare imboscate e agguati e neutralizzare la notevole superiorità militare russa. Per questa ragione l’Ucraina ha iniziato a chiedere alla Nato l’invio di armi pesanti, finora escluse dagli aiuti militari a favore di altre tipologie di armamenti, come i missili anticarro Javelin e gli antiaerei Stinger.

Intanto da Yagydne, uno dei villaggi vicino a Lukashivka e Chernihiv, a nord di Kiev, emergono altre atrocità. Qui, negli ultimi 30 giorni 380 ucraini sono stati costretti nel rifugio di una scuola. E in 11 sarebbero morti per infarto o asfissia. "I soldati russi – hanno raccontano alcuni di loro – tenendoci il fucile puntato, ci hanno permesso mano mano di seppellirli. Erano loro a darci il cibo dalle loro scatolette, mentre nelle nostre case hanno fatto razzie delle nostre cose: indumenti e roba da mangiare. Otto civili sono invece stati uccisi". L’ultima denuncia arriva su Telegram dal controverso battaglione filonazista ucraino Azov: "Le forze di occupazione russe hanno usato una sostanza velenosa di origine sconosciuta, lanciata da un drone, contro militari e civili ucraini a Mariupol".