Il segretario di Stato viaggia low cost. Vola la rivalità sul cielo del Vaticano

Spending review: Parolin sceglie Ryanair e Alitalia si arrabbia

Il cardinale Parolin vola low cost (da twitter)

Il cardinale Parolin vola low cost (da twitter)

CITTÀ DEL VATICANO, 22 MAGGIO 2016 - VA BENE la spending review, ma poi c’è sempre qualcuno che si lamenta. Pare facile fare il vescovo-pastore che non bada a orpelli, minimizza su costi per ingiustificate misure di sicurezza, rifiuta biglietti di prima classe e altri lussi così come piace a papa Francesco che è stato il primo a dare questo esempio, dal rifiuto del Palazzo apostolico alla scelta di una utilitaria al posto delle scintillanti berline. Ma anche il corso di sobrietà che pure in tanti nella curia di Francesco intendono percorrere sentendosi più a loro agio con mezzi e metodi spartani, ha le sue spine, e fare scelte low cost quando si è prelati molto in vista ha conseguenze del tutto inaspettate.    È QUELLO che è successo al cardinale Pietro Parolin, il segretario di Stato vaticano che in queste settimane ha preso un volo low cost Ryanair per recarsi a Vilnius, in Lituania. Un gesto che ha fatto notizia perché il fatto che un prelato in carica di così alto rango prenda un volo a basso costo per sbarcare in visita ufficiale non si era mai visto. E in più, se si pensa che il predecessore di Parolin, il cardinale Tarcisio Bertone, amava mobilitare attorno a sé un dispositivo di sicurezza che almeno nelle uscite in Italia coinvolgeva tanto auto della Gendarmeria vaticana quanto della Polizia italiana, c’è di che stupirsene.  Eppure la ben intenzionata mossa è diventata una specie di piccolo caso oltre le mura leonine. La Ryanair ha colto al volo l’occasione per farsi sentire col Vaticano, ringraziare per l’inattesa pubblicità e offrire nuovi voli promo per prossime missioni di esponenti vaticani. E addirittura proponendosi come prossimo vettore per il viaggio di papa Francesco in Polonia in programma a luglio. Tanto bene non l’ha presa però Alitalia, abituata ad essere la compagnia ufficiale che accompagna il Pontefice nei suoi viaggi internazionali e in genere la linea aerea di prima scelta per le missioni di esponenti vaticani quando si muovono da Roma. La compagnia ha fatto avere in via informale la sua protesta. Tra l’altro l’ex compagnia di bandiera è anche un forte investitore pubblicitario nei media vaticani, si guardi ad esempio al paginone pubblicato qualche giorno fa sull’Osservatore romano.    NELLO STAFF del cardinale Parolin davanti a tanto inatteso trambusto hanno allargato le braccia: «Quello della Ryanair era il volo che costava meno, e in realtà l’unico collegamento diretto da Roma per Vilnius». Sotto traccia quindi, per i voli vaticani si profila anche una piccola guerra commerciale. La stessa via della sobrietà e dell’antispreco è lastricata di involontarie pubblicità a nuovi marchi. Quando Francesco, appena eletto, ha immediatamente optato per utilizzare nei suoi spostamenti alcune vetture Ford che erano rimaste un po’ abbandonate nel parco macchine vaticano, facendo rimettere in garage le ammiraglie Mercedes a bordo delle quali viaggiava Benedetto, anche lì la compagnia americana beneficiò, del tutto inaspettatamente, di una formidabile pubblicità con livelli che nessuna campagna avrebbe mai potuto raggiungere.    PER NON DIRE poi delle Fiat 500 L utilizzate da papa Bergoglio sia nel suo viaggio negli Stati Uniti, sia in quello più recente in Messico che oltre a dare il profilo della sobrietà del Pontefice, sono state protagoniste di uno spot planetario per il marchio torinese.