Giovedì 18 Aprile 2024

Parigi accusa i Maneskin: "Sniffano" È scontro diplomatico sulla vittoria

Le accuse per una foto del frontman che si abbassa sul tavolino. La Francia vuole ribaltare il verdetto dell’Eurovision

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di Andrea Spinelli

Non sono solo canzonette. Quando la vittoria all’Eurovision Song Contest dei Måneskin viene sporcata sul web dalle illazioni di alcuni fans francesi frustrati dal secondo posto della rappresentante transalpina Barbara Pravi a cui offrono sponda non solo un periodico popolare come Paris Match, ma addirittura del Quai d’Orsay, i conti non tornano più.

E sembra incredibile che una ’bufala’ confezionata su un "meme" di due secondi estrapolato dal video della serata in cui Damiano David si china sul tavolo davanti a lui, postato col manifesto proposito di screditare la vittoria italiana ventilando l’ipotesi che il cantante si sia ’fatto’ di cocaina in diretta tv, creda addirittura Jean-Yves Le Drian. E che il ministro degli Esteri del governo Macron, senza la benché minima pezza d’appoggio, tuoni: "È la commissione di deontologia che deve risolvere la questione, se c’è bisogno di sottoporsi ai test, che la band li faccia". Tutto ignorando quanto Damiano ha spiegato a caldo l’altra sera durante la conferenza stampa dei vincitori e poi ha confermato ieri pomeriggio appena sbarcato a Fiumicino tra due ali di fotografi, giornalisti e fans festanti: "Thomas (chitarrista della band ndr) col piede ha rotto inavvertitamente un bicchiere sotto al tavolo e mi sono chinato per capire che cosa fosse successo, tutto qui. Non faccio uso di droghe". Il test è prenotato per oggi, ma la band aveva chiesto di farlo già sabato notte, come informa una nota diramata dell’Esc, in cui si conferma, fra l’altro, il rinvenimento di un bicchiere in frantumi sotto al tavolo occupato dai Måneskin. E pensare che se l’altra sera il presidente del Consiglio Mario Draghi, nel suo tweet alla band romana, si era limitato ai complimenti, Emmanuel Macron, in quello indirizzato alla Pravi, aveva messo un richiamo ai valori dell’Unione ringraziando la "nuova Piaf" per aver realizzato "questo sogno folle". "Il sogno folle di una ragazza dagli occhi neri. Il sogno folle di fare brillare la Francia all’Eurovision. Stasera, è anche il sogno folle di potere di nuovo vibrare insieme, da europei".

Un po’ di sciovinismo e molto pregiudizio sugli stili di vita del rock, oltre alla difficoltà di accettare il giudizio "del campo", sembrano aver indotto qualcuno del suo governo a pensieri diversi. Nel tripudio dell’Ahoy Arena l’unico colpo di testa veramente "rock’n’roll" Damiano l’altra sera se l’è inventato subito dopo aver alzato al cielo l’ambitissimo microfono di cristallo, inserendo nella riesecuzione di Zitti e buoni quelle parolacce che i rigidi canoni della manifestazione l’avevano costretto a sforbiciare. "Ma nessuno se n’è accorto" giura lo staff.

I dati d’ascolto dicono che l’altra sera a tifare Måneskin su RaiUno è stato un telespettatore su quattro, oltre quattro milioni e mezzo. Mai così tanti. "La cosa ci rende felici, perché dopo un anno così difficile poter riportare in Italia una manifestazione di questo peso è un bel messaggio di speranza per tutti" spiega la bassista Victoria e Damiano aggiunge che "vedere tutto quel viavai di operatori attorno a noi non ha potuto non farci pensare ai lavoratori dello spettacolo italiani fermi da tanto, troppo, tempo. La speranza è che pure l’Eurovision possa contribuire al rilancio del turismo e dello spettacolo". E già iniziano le congetture sulla sede della prossima edizione.

Quattro anni fa, quando Francesco Gabbani arrivò a Kiev col favore dei pronostici, i vertici Rai (che ieri hanno ribadito il pieno appoggio alla band) si riunirono per individuare una città italiana idonea a sostenere l’eventuale organizzazione dell’evento; la scelta cadde su Torino, forte di un aeroporto internazionale, di una potente centro di produzione Rai, ma soprattutto la presenza di infrastrutture (lasciate dalle Olimpiadi) idonee ad accogliere le migliaia di fans della manifestazione. In alternativa fu presa in considerazione pure Bologna. Trattandosi però di una macchina complessa, i fattori da valutare per l’organizzazione dell’Esc sono tanti e ci vorrà del tempo per arrivare a una scelta definitiva.